Il successo di Amazon, quello personale di Bezos

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il quinto uomo più ricco del mondo che ha un patrimonio di 159 miliardi di dollari, è talmente planetario che una qualsiasi critica al sistema del commercio elettronico suona nostalgica. Accetto il rischio per rilevare che dietro questo titano dell’economia digitale ci sono milioni di negozi al dettaglio che sono stati costretti ad abbassare le serrande, commercianti che hanno dovuto inventarsi una nuova attività, dipendenti espulsi dall’azienda per cui lavoravano. Prematuramente si sta celebrando la vittoria dell’economia digitale senza che la società abbia saputo creare i contrappesi sociali, nemmeno quello della tassa di ristoro per i nuovi disoccupati pensata da Bill Gates in persona.
Nel frattempo si volatilizzano le relazioni umane, si smaterializza il tessuto connettivo del commercio tradizionale, con la sua funzione sociale e urbanistica, il territorio si desertifica gradualmente e lascia sul campo anche i vecchi centri commerciali, primi killer dei negozi al dettaglio.
Il Governo Conte affronti con urgenza questo nodo e fornisca soluzioni convincenti in tempo utile per contrastare la disoccupazione derivata dall’e-commerce e dai processi di automazione.

Fabio Rampelli