Il “SUICIDIO” DEI NOSTRI FIGLI

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In Italia i ragazzi “confinati” sono oltre 500mila: sono quei giovani, spesso giovanissimi, dipendenti da smatphone e videogiochi che si autoesiliano nelle loro stanze, perdono di interesse per la vita reale, sviluppano un’intelligenza istintiva smarrendo la capacita di elaborare pensieri minimamente complessi. E’ il quadro, fosco ma realistico, appena tracciato in Commissione Istruzione del Senato dal professor Lamberto Maffei, neurobiologo già presidente dell’Accademia dei licei, nel quadro dell’indagine conoscitiva sull’impatto del digitale sugli studenti che ho personalmente promosso. Maffei li ha paragonati ai kamikaze, i guerrieri suicidi giapponesi che smarrivano l’istinto di sopravvivenza perché manipolati negli anni della prima infanzia. Evitare il suicidio di intere generazioni, mettendo in guardia studenti, genitori e insegnanti dai rischi dell’abuso di tecnologia digitale (gli effetti sulla mente umana sono identici a quelli della cocaina) è l’obiettivo che mi sono dato. E’, a mio avviso, il principale problema dell’epoca in cui viviamo. Ma in pochi sembrano averlo capito.