Il terribile naufragio di Lampedusa sei anni fa, costò la vita a 368 persone

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Quella immane tragedia, consumatasi ad appena 500 metri dalla costa italiana, ha scosso molte coscienze riproponendo, in modo drammatico, il tema delle migrazioni nel Mediterraneo. Soprattutto, è divenuta il simbolo dei limiti e delle negligenze di una gestione dei flussi migratori spesso miope e inefficace. Con una legge approvata dal Parlamento nel 2016 il 3 ottobre è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.

Il fenomeno migratorio continua a rappresentare una sfida complessa e un tema cruciale dell’agenda politica europea e nazionale. Serve un approccio non emergenziale ma strutturale nell’affrontarlo, con un’azione comune articolata su piani diversi tra loro interagenti: superamento del regolamento di Dublino, equa redistribuzione dei richiedenti asilo, piena cooperazione nel controllo delle frontiere esterne, creazione di campi di accoglienza, assistenza ed informazione, sostegno, anche finanziario, ai programmi di cooperazione internazionale.

Sono queste le coordinate principali di un impegno che deve essere unitario, costante e condiviso. C’è l’esigenza di una visione che non sia offuscata dalle contrapposizioni ideologiche, avvelenata dalle intolleranze e dall’odio, ma piuttosto il riflesso di quei più elementari diritti umani – libertà, uguaglianza, democrazia, in una parola dignità – sanciti dal diritto internazionale e dalla Costituzione italiana.