Il truce tiranno che vedono solo le destre e Cassese

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Colpisce e addolora la colpevole passività del popolo italiano dinanzi all’intollerabile attacco liberticida e antidemocratico sferrato da Giuseppe Conte con l’estensione dello stato d’emergenza, anti Covid-19, addirittura fino al 15 ottobre (imposto con l’arrogante voto della maggioranza sulle macerie morali del Parlamento).

Mentre l’autoproclamato premier faceva strame della Costituzione e dei valori fondamentali di libertà e giustizia, purtroppo non venivano segnalati assembramenti, e neppure tumulti nelle pubbliche piazze.

Nessun capannello di cittadini sgomenti davanti a mescite e pizzerie al taglio. Né si registrano episodi insurrezionali nei luoghi di lavoro e sulle pigre spiagge.

Silenzio tombale nelle capitali estere e incurante indifferenza da parte della comunità internazionale.

Quale altro cinico giro di vite, quale altro intollerabile sfregio dovrà dunque subire la Repubblica a opera del tiranno di Volturara Appula, perché il Paese tutto, dalle Alpi al Lilibeo, inarchi finalmente la schiena nell’ora del riscatto e della rinnovata Resistenza?

Fortunatamente l’onore della Patria vilipesa fu tenuto alto da alcuni ardimentosi al cui sacrificio di redenzione vogliamo qui dare adeguata rimembranza.

Il sacrificio di Matteo Salvini, novello Enrico Toti con il suo lancio della mascherina, gesto impavido che simboleggia il sacro diritto di ogni italiano a contrarre il virus quando gli pare e piace (sempre prima gli italiani). Del resto, chi siamo noi per ostacolare il normale sviluppo del contagio (a cui il leghismo lombardo ha offerto un doloroso tributo di cognati, camici sanitari e di soldi alle Bahamas)?

Il nobile grido di dolore di Giorgia Meloni (“pazzi, irresponsabili, diteci che cavolo state facendo”), sempre intrepida e impetuosa quando si tratta di contrastare i detentori del potere più arcigno e illiberale. La sua solidarietà ai giornalisti ungheresi del sito anti-Orbán che si sono dimessi in massa dopo il licenziamento del direttore, lascia senza parole (infatti non se ne ha notizia).

Menzione d’onore infine al giurista Sabino Cassese, davvero sublime nell’uso dell’antifrasi (ma anche della supercazzola leguleia) quando scrive (Corriere della Sera) di “delirio regolatorio”, e altre mascalzonate di Conte, che “hanno creato sconcerto e disorientamento”, e pur tuttavia “come unanimemente osservato la società ha risposto compostamente e in maniera ordinata, evitando così guai peggiori”.

I soliti italiani mollaccioni.                                                                                                                            Di Antonio Padellaro – FQ 30 luglio 2020