Il voto di domenica 26 maggio non è solamente un voto per l’Europa

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Il voto di domenica 26 maggio non è solamente un voto per l’Europa, ma anche e soprattutto un voto per l’Italia e per tutti quegli italiani che credono in una società diversa, in una società accogliente, basata sui diritti, sulla tolleranza.
Domenica i cittadini e le cittadine italiane saranno chiamati a scegliere tra il populismo più becero, tra chi con il rosario in mano e chiedendo l’intercessione di Maria rifiuta di accogliere chi scappa dalla fame e dalle guerre, tra chi vorrebbe l’Italia come un far west e chi vuole un’Europa e una politica più giusta e un’Europa forte, presente nelle nostre città. La stessa Europa che ancora oggi ci consegna il periodo di pace più lungo di tutta la nostra storia.
Ogni singolo voto per +Europa/Italia in Comune è una scelta a favore di chi conosce le città, di chi conosce le esigenze e le richieste dei territori e un voto per dare un segnale a chi ogni giorno, invece di governare il Paese continua a dividerlo. Uno sviluppo economico e una crescita che, per il nostro paese possono essere raggiunte solo con un processo più forte di integrazione europea, anche cambiando in meglio ciò che è stata l’Ue fino ad oggi, ma non di certo rinchiudendosi nelle anacronistiche posizioni di chi vuole un ritorno alle divisioni e alle dispute tra Stati europei che hanno generato i due conflitti mondiali del Novecento.
L’Europa è certamente migliorabile ma l’Unione degli Stati europei ha garantito al nostro Continente uno dei periodi di pace e stabilità più lunghi della sua storia, questo non possiamo e non dobbiamo mai dimenticarlo.
Alessio Pascucci, coordinatore nazionale di Italia in Comune