In arrivo 8 milioni di cartelle e ingiunzioni. Meloni: “Conte blocchi questa follia”

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Degli aiuti alle imprese, i famigerati prestiti di 25mila euro promessi dal governo Conte, neanche l’ombra. Colpa delle difficoltà burocratiche sollevate dalle banche o dai farraginosi meccanismi predisposti dal governo. Sta di fatto che di soldi “liquidi”, né a fondo perduto né in prestito garantito dallo Stato, gli imprenditori non ne hanno ancora visti.

“Un bazooka a salve“, avevano definito il decreto Liquidità i commercialisti italiani. Per nulla a salve, anzi, il “bazooka” che sta per scattare, da qui a fine maggio, sul fronte dei controlli fiscali. In arrivo, per gli italiani, ci sono quasi dieci milioni di atti. Accertamenti, notifiche, ingiunzioni di pagamento, cartelle esattoriali. In piena crisi economica da coronavirus.

Secondo quanto riporta il sito Money, per le partite Iva, in particolare, dal primo giugno riprenderanno i controlli a tappeto dell’Agenzia delle Entrate. Lo ha annunciato il direttore dell’Amministrazione Finanziaria, Ernesto Maria Ruffini, intervenuto in videoconferenza nel corso dell’audizione in Commissione Finanze e attività produttive della Camera il 22 aprile 2020.
Il “regalo” agli italiani di Conte…

Secondo le stime fornite da Ruffini, sarebbero 8 milioni e mezzo gli atti che verranno notificati ai contribuenti a partire da giugno, e si tratta degli accertamenti relativi solo all’Agenzia delle Entrate: quelli della Riscossione, fa sapere Ruffini, sono molti di più. Si immagina un numero superiore ai dieci milioni. Tutto a causa della cancellazione della proroga di due anni per i termini di accertamento concessa dal decreto Cura Italia.
“Ad inizio giugno, anche l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà riprendere le attività. Si renderà innanzitutto necessario produrre e avviare al processo di notifica le cartelle di pagamento relative ai ruoli consegnati dagli enti creditori nei mesi di febbraio e marzo 2020 (circa 3 milioni). Analogamente andrà ripreso l’invio, attualmente sospeso fino al 31 maggio 2020, degli altri atti di riscossione, ovvero quelli necessari all’interruzione dei termini di prescrizione (circa 1,6 milioni di avvisi di intimazione) e quelli propriamente riferiti alle azioni di recupero, esecutive o cautelari (circa 875 mila atti). A questi volumi si aggiungeranno le cartelle di pagamento relative ai ruoli che gli Enti impositori consegneranno nel corso dei mesi di aprile e maggio (circa 2 milioni), nonché quelle dei mesi successivi”.

Niente tregua, dunque, per i professionisti italiani. Ma neanche per le imprese, che dal Cura Italia hanno ottenuto solo una proroga temporanea delle scadenze fiscali. Una cura… a colpi di “bazooka”.