In Assemblea due giorni contro l’analfabetismo digitale degli adolescenti

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Otto paesi al lavoro insieme per due giorni a Bologna per portare in tutta Europa la lezione del maestro Alberto Manzi- che contrastò l’analfabetismo nell’Italia del dopoguerra- declinata sul mondo digitale. Insegnanti ed operatori di musei e biblioteche sono giunti da tutto il mondo per partecipare a workshop per capire come stimolare la creatività dei ragazzi. Dopo il convegno internazionale di ieri all’Università di Bologna dove sono state illustrate le esperienze da tutto il mondo come quella del Digital Arts Research di Londra e del MoMA di New York, oggi, nella sede dell’Assemblea legislativa, maestri ed operatori hanno messo alla prova le loro abilità tecnologiche ed artistiche nei cosiddetti “atelier digitali”, quindici workshop organizzati in cinque sessioni, dalla mattina al pomeriggio. Dalle “narrazioni per gli adolescenti” al “collezionare emozioni”, dal “farsi il proprio videogioco” al designer digitale, fino al “digitale senza parole” e al manuale contro l’hate speech, l’odio online.

La giornata, organizzata dal centro Manzi dell’Assemblea legislativa con il progetto europeo App your school, è stata l’occasione per raccogliere in quaranta percorsi didattici le idee provenienti da Lituania, Repubblica Ceca, Grecia, Turchia, Finlandia. “Da tre anni stiamo lavorando insieme per capire come aiutare i ragazzi a sviluppare la propria creatività sul digitale”, spiega Alessandra Falconi, del centro Manzi dell’Assemblea che ha coniugato nel suo atelier il metodo del maestro degli italiani con quello dell’artista e designer Bruno Munari. Ma i giovani di oggi, anche se sembrano molto più smart degli adulti con le nuove tecnologie, possono essere definiti “analfabeti digitali”? Sì, perché anche se usano tutti i giorni i nuovi mezzi, non lo fanno sempre in modo espressivo o innovativo, ma si limitano a seguire percorsi già tracciati. Le istituzioni culturali dovrebbero fornire agli adolescenti tutti gli strumenti per sviluppare i loro talenti.

Calder Zwichy, responsabile del reparto Teen (adolescenti, ndr) nel dipartimento educativo del MoMa di New York, il museo di arte moderna della Grande Mela, tra gli ospiti della due-giorni, spiega: “È importante per noi al MoMa creare spazi sicuri, confortevoli e amichevoli, dove gli adolescenti possano esplorare ma anche fare errori. Come istituzioni dobbiamo essere sicuri che abbiano accesso ai media, alla nuove tecnologie e ai programmi digitali”.