In Italia ci sono 3 milioni di persone non autosufficienti, la maggior parte anziane

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Viviamo più a lungo – il che è certamente una buona notizia – ma questo porta con sé una crescente incidenza di malattie degenerative come la demenza senile e l’Alzheimer.
Il sistema di welfare copre a malapena un 30% del bisogno. Per il resto le famiglie sono chiamate ad arrangiarsi, quando possibile con l’aiuto di figure preposte all’assistenza (badanti, spesso non qualificate e nella maggior parte dei casi assunte “in nero”), più spesso caricando l’onere della cura su qualche membro della famiglia, quasi sempre una donna. Se il tasso di occupazione femminile in Italia è nettamente al di sotto delle medie europee è anche per questo. Tra cura dei figli piccoli e cura dei genitori (o dei suoceri) anziani e non autosufficienti, moltissime sono le donne che debbono rinunciare al lavoro, ad un reddito e alla realizzazione delle proprie aspettative di vita.
Ecco perché una legge sulla Non Autosufficienza – non solo degli anziani, anche delle persone con disabilità gravi – è urgente. Non è un problema che riguardi solo gli anziani: riguarda milioni di famiglie e incide, pesantemente, persino sulla competitività del nostro Paese.
In altre nazioni, per esempio in Germania, una legge obbliga all’accantonamento del 2% della retribuzione lorda di ogni lavoratore, sin dal primo impiego, per offrire alle famiglie la copertura finanziaria che si renderà necessaria per affrontare il problema della non autosufficienza. Da noi non c’è nulla di simile (esiste solo l’assegno di accompagnamento erogato dall’INPS): la non autosufficienza di un parente anziano è un problema che casca in testa alle famiglie e molto spesso le espone a gravi difficoltà economiche per pagare l’assistenza familiare o la retta della Casa di riposo, ammesso che ci sia un posto disponibile; col rischio di finire in povertà.
È dunque tutto un sistema che va ripensato: serve una legge. Per questo stamattina ho firmato la petizione nazionale lanciata dalle organizzazioni dei pensionati di CGIL, CISL e UIL.