In molti state chiedendo notizie sul MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva Stati

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corrao

La prima cosa da sapere è che questo è un accordo tra Stati, affidato quindi alla negoziazione dei Governi ed entra in vigore solo con la ratifica dei 19 Stati aderenti alla cosiddetta eurozona (I Paesi che hanno adottato l’euro, per capirci).
Il parlamento europeo non ha alcun ruolo decisionale mentre il parlamento nazionale, finora ignorato e mai interpellato, diventa cruciale per la ratifica.

Che noi a Bruxelles abbiamo avuto sempre una posizione contraria a questa riforma non è mistero. Il collega Marco Valli, dalla commissione competente, lo ha più volte fatto presente durante la passata legislatura nelle discussioni concernenti il futuro dell’Unione Economica e Monetaria (EMU).

Le negoziazioni del MES l’Italia le ha affidate principalmente ai tecnici di Governo (compreso l’ultimo con la Lega), che secondo noi hanno avuto un ruolo troppo subordinato agli interessi dell’asse franco-tedesco, avallando a fine 2018 un compromesso inaccettabile prima all’Eurogruppo e poi in Consiglio, compromesso riconfermato a giugno 2019.

Anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha sollevato grossi dubbi dichiarando che la riforma del Mes potrebbe implicare “grossi rischi”, con presumibile riferimento ad alcuni punti della riforma, come “l’assenza di gravi vulnerabilità del settore finanziario che mettano a rischio la stabilità finanziaria del membro Mes”.

Ovviamente stiamo parlando di ulteriore cessione di sovranità, perché nel caso si rendesse necessario l’accesso ai fondi del Mes, il controllo sui vincoli prescritti per l’accesso al credito d’emergenza sarebbe sotto il controllo dalla Commissione Europeo (la cui attitudine ad applicare le teorie per alcuni ed interpretarle per altri, abbiamo potuto ammirare in questi anni).

La nostra indicazione, da Bruxelles, resta coerente e contraria. Adesso la palla passa a Roma, i nostri parlamentari conoscono lo stato dell’arte, di quanto sia improbabile (se non impossibile) modificare l’accordo e dovranno agire nell’interesse del popolo e della Nazione. Nel massimo della trasparenza e dell’attenzione popolare.
D’altronde ci siamo sempre lamentati del fatto che accordi e trattati con effetti devastanti sulla nostra economia e sulle nostre vite, sono stati adottati nel silenzio generale e con un popolo completamente inconscio o manipolato (nel caso dell’ingresso nell’euro ad esempio, negoziato malissimo e raccontato come una vittoria storica). Quindi mi sembra il minimo che su questa riforma ci sia la massima attenzione e una profonda discussione.

È una follia (lo spiegavo anche ieri in un lungo post che potete leggere su questa pagina) che questioni fondamentali come in questo caso il processo europeo e i vincoli economici e sistemici, siano de facto affidate all’irresponsabilità politica dei burocrati e siano totalmente ignote a chi viene eletto dal popolo per rappresentarlo.