In Umbria abbiamo PERSO

0
65
castaldo

Inutile propinare ridicole arrampicate sugli specchi, mezze frasi di giustificazione, verità a buon mercato: abbiamo perso nettamente e dolorosamente. Ma non inaspettatamente, lasciatemelo dire. Questa sconfitta deve assolutamente portarci a compiere non tanto una semplice analisi estemporanea, ma dare il là a una seria e profonda riflessione interna sulla struttura del Movimento e quindi sul nostro futuro. Voglio provare a dare spunti chiari per questa riflessione, condividendo le idee che ho maturato giorno dopo giorno, parlando e confrontandomi con tutti quanti voi: simpatizzanti, attivisti, portavoce comunali, regionali e nazionali, nonché ovviamente semplici cittadini curiosi di dire la propria.

Anzitutto una precisazione preliminare: leggo in queste ore commenti durissimi, anche da parte di alcuni colleghi illustri del Movimento, nei confronti del patto civico umbro col PD e, soprattutto, anche dell’accordo che in Parlamento ha dato vita al Governo Conte Bis.
Lo voglio dire chiaramente: questa critica la accetto SOLO E SOLTANTO da chi ha almeno altrettanto criticato, 1 anno e mezzo fa, anche l’alleanza con la Lega. Coloro i quali volevano e vogliono un Movimento che non fa accordi con nessuno, puro come il Movimento delle origini, a scanso di essere perennemente all’opposizione, sono a mio avviso gli unici più che legittimati a muovere queste accuse. Quella coerenza la accetto, e la accetterò sempre.

Chi, però, critica questa alleanza sostenendo che affiancandoci al Pd siamo diventati parte del sistema mentre con la Lega era rimasto in silenzio o, anzi, aveva addirittura accolto con piacere quella situazione, a mio avviso sbaglia di grosso: la Lega è un partito di sistema ESATTAMENTE QUANTO, SE NON MOLTO DI PIÙ, DEL PD. Queste critiche vanno rigettate in quanto sono solo strumentali e del tutto non oggettive.

La Lega non è un partito alternativo che lotta contro l’establishment, tutt’altro: è il partito più antico d’Italia attualmente ancora in vita, la compagine che da “satellite” ha avallato le peggiori nefandezze del Berlusconismo. Purtroppo, durante questo anno e mezzo di governo, chi di dovere a Roma ha pensato di poter arginare facilmente Matteo Salvini, vista la sproporzione di eletti, accettando una scommessa molto rischiosa e azzardata che, ahimè, è stata clamorosamente persa.

Probabilmente, quella scommessa è fallita anche perché abbiamo passato troppo tempo a lavorare nelle istituzioni, mentre un Salvini evanescente al proprio ministero e latitante in Parlamento, non avendo nulla da perdere, a differenza nostra passava le giornate tra Facebook e comizi in piazza. Noi abbiamo avuto troppo a cuore il mantenimento delle promesse fatte agli italiani, e per questo, pur di continuare a lavorare, abbiamo talvolta accettato anche il difficilmente accettabile.

Ora però dobbiamo urgentemente guardare avanti, e agire in maniera rapida, decisa e concreta.

Prima di tutto, da oggi in poi TUTTI noi portavoce nazionali ed europei dobbiamo imparare a metterci LA FACCIA, SEMPRE !
Come sapete, personalmente ho attraversato e sto attraversando un difficile momento familiare, ma non ho esitato NEPPURE UN ISTANTE a recarmi, come sempre ho cercato di fare, sul territorio per sostenere tutti i nostri candidati, i nostri attivisti e i nostri consiglieri comunali, che sono i veri eroi del M5S. Altrettanto dovrebbero fare TUTTI i portavoce nazionali, quando in ballo ci sono campagne di questa rilevanza (regionali siciliane docent): credo che le importanti risorse a nostre disposizione siano state gestite in maniera insufficiente e inadeguata.

Abbiamo più 300 Parlamentari a Roma: BASTA RESTARE CHIUSI NEI PALAZZI! In una campagna del genere dovrebbero immediatamente essere divisi in squadre tematiche, in base alle loro competenze, e creare dei calendari paralleli sul territorio. NON LASCIAMO PIU’ SOLI I NOSTRI ATTIVISTI SUL TERRITORIO! Dividiamo subito questi gruppi per aree tematiche come la tutela del Made in Italy, delle piccole e medie imprese, dell’artigianato, la valorizzazione della nostra agricoltura d’eccellenza, del turismo… e a seguire tutti i temi più sentiti dai cittadini italiani. In questo modo, faremo toccare con mano la qualità del nostro lavoro agli imprenditori e alle realtà produttive, mostrando qual è la verità dei fatti dal punto di vista legislativo e politico. Potremo, inoltre, recepire più facilmente le istanze dei cittadini per portarle nelle istituzioni, compito per cui, vi ricordo, il nostro Movimento è nato.

In Umbria avremmo dovuto essere presenti sul campo paesino per paesino, comune per comune: avevamo le risorse per riuscirci e non è avvenuto, mentre Salvini per un mese intero, anzi per mesi ha imperversato sul territorio girando ogni metro quadro della Regione. È stato un grosso errore: la capillarità è uno di quegli aspetti che può fare la differenza.

Voglio poi farvi riflettere su un altro concetto da sottolineare con attenzione: un esperimento come quello del patto civico, che ha senz’altro una sua valenza e legittimità, andava fatto con i giusti tempi e con una piena condivisione della nostra base. Sapete invece perché non è stato fatto? Perché ci si è concentrati SOLO sull’urgenza di evitare di far vincere Salvini, commettendo un errore di proporzioni enormi. Non dobbiamo comportarci come il centro-sinistra ha fatto per 20 con Berlusconi e pensare solo a prendere 1 voto in più di Salvini demonizzandolo: noi dobbiamo costruire un’alternativa vera, basata sui nostri temi e le nostre idee! Un’alternativa che sappia parlare a quegli italiani che non vogliono l’incoerenza e le chiacchiere di Salvini, ma che pretendono invece risposte ai loro problemi, a partire dal lavoro (urgente mettere in funzione l’Agenzia nazionale competente) e dalle tasse, da ridurre al più presto ma in modo equo e sostenibile.

Io non escludo a priori di correre alle elezioni all’interno di una coalizione, ma lo possiamo fare SOLO se possiamo difendere pienamente i nostri obiettivi, i nostri valori, la nostra identità… le nostre 5 stelle: e l’unica garanzia per certificarlo è la piena inclusione dei nostri attivisti, non decidendo d’urgenza, da soli, in base alle convenienze numeriche del momento.

E qui, infine, mi collego a un punto chiave: gli strumenti di partecipazione e di inclusione. Possiamo far sentire pienamente coinvolti gli attivisti, i portavoce locali e i nostri sostenitori sul territorio solo se forniamo loro gli strumenti idonei per svolgere l’attività giorno dopo giorno, per essere incisivi e visibili. Mancano i MEZZI CONCRETI per rafforzare e sostenere il grande lavoro dei nostri gruppi e dei nostri consiglieri comunali, e questo l’ho visto più volte con mano in ogni mia presenza sul territorio.
I nostri gruppi locali affidabili devono essere riconosciuti e riconoscibili, non solo quando viene certificata una lista ma costantemente, per poter creare quella rete di contatti che poi ci possa permettere di fare la differenza il giorno delle elezioni.

Servono ulteriori strumenti online, ma manca soprattutto il sostegno e il supporto, umano e materiale, per l’attività sul territorio, con la concomitante insufficiente presenza anche di un coordinamento con tutti i livelli superiori (dal singolo Comune fino all’Europarlamento) per permettere a chi è in prima linea, a chi ci mette la faccia, di poter essere davvero incisivo.

Bisognerà poi, ogni 6 mesi, controllare il lavoro di ogni gruppo per garantire che questa “certificazione” di affidabilità sia corroborata dai fatti: quanti eventi si sono svolti e di quale spessore, quante iniziative, quante raccolte-firma, quanti risultati abbiamo raggiunto, per confermare la bontà del cammino e capire cosa manca per arrivare alla meta che ci si era prefissati. Creiamo così una struttura davvero meritocratica, che mandi avanti chi si spende di più e lavora meglio. Uno vale uno, ma chi non partecipa e non lavora per me vale sempre zero!

Spero di sbagliarmi, ma non credo che la selezione dei facilitatori regionali, così come è congegnata, possa essere la soluzione al problema. Una scelta che non darà piena trasparenza sul risultato del voto rischia di essere costantemente contestata dalla base, rischia di alimentare dietrologie e rancori. L’idea della struttura regionale di raccordo è ottima, serve come il pane, ma realizzarla così non è il miglior modo possibile.

Dobbiamo operare una rivoluzione, e dobbiamo farlo in fretta: il M5S non deve snaturarsi, deve cambiare per essere più forte rimettendo SEMPRE AL CENTRO IL CITTADINO.

Ricordiamoci che siamo nati per cambiare l’Italia andando oltre i partiti, non per diventare come loro.
In alto i cuori, vi voglio bene!