Incendi nel Salento. Casili (M5S): “Necessario interrogarsi sulle cause”

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“Gli incendi estivi purtroppo non sono una novità nel Salento. Quello che è cambiato è che fino a qualche tempo fa questi incendi interessavano soprattutto i seminativi (la bruciature delle stoppie a fine raccolto), mentre adesso interessano soprattutto gli oliveti”. Lo dichiara il consigliere del Movimento 5 Stelle Cristian Casili.

“Bisogna interrogarsi sulle cause che generano questi roghi e sul modo in cui queste si concatenano l’una con l’altra. Una di queste è data dall’abbandono dei terreni che costituisce uno dei principali indicatori delle condizioni di salute del nostro territorio. L’abbandono si concatena alla situazione economica disastrosa in cui vive la nostra agricoltura. Se leggiamo gli incendi in questa chiave di lettura, le analisi a ritroso arrivano a riconoscere e confermare che per il Salento l’agricoltura sia fonte di povertà rurale: chi si occupa di agricoltura e le persone che vivono unicamente con le risorse ricavate dalla terra sono più povere di chi si occupa d’altro. Non c’è più alcuna convenienza economica a fare l’agricoltore – incalza il pentastellato – il che significa che la manutenzione del territorio rurale viene meno: l’incendio diventa per questo l’emblema di una condizione inaudita. La novità allora non sta negli incendi, ma nel fatto che la povertà rurale sia sintomo di un nuovo malessere del nostro pianeta: il problema non è affatto locale ma globale. Una simile situazione testimonia la struttura del nostro pianeta alle soglie del terzo millennio, ponendo i governi locali di fronte a una scelta molto importante: investire nell’agricoltura a scapito delle urbanizzazioni e per farlo è necessario indagare più a fondo il rapporto tra città e campagna. Ma come può accadere tutto ciò in una Regione che non riesce a utilizzare i fondi economici che la Comunità Europea mette a disposizione per l’agricoltura di questa regione? Il problema è rendere efficace ed efficiente un sistema agricolo che in Puglia negli ultimi decenni non funziona più. L’incendio allora è solo ciò che troviamo a valle di una lunga sequenza di disastri che la politica ha alimentato non occupandosene seriamente. Gli incendi – conclude – ci dicono che le persone che si occupano di agricoltura non sono più disponibili al sacrificio, la povertà non interessa più a nessuno!”.