Incendio nello stabilimento Mecoris di Frosinone

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“L’ennesimo episodio di eventi che rappresentano quanto sia necessario un nuovo circuito virtuoso per l’economia circolare”

Dopo l’incendio della Mecoris di Frosinone, azienda di raccolta e stoccaggio di plastica, carta e frazioni indifferenziate, Arpa Lazio pubblica i dati del monitoraggio nei giorni dell’incendio: diossine a 0,26 picogrammi per metro cubo di aria (valore suggerito da OMS tra 0,1 e 0,3), Benzo(a)pirene 1,3 nanogrammi per metro cubo (valore medio annuo alla centralina di Frosinone Scalo di 2,2) e PCB a 268 pg/mc (valori di paragone 1 – analisi dopo l’incendio della EcoX di Pomezia dove si rilevavano 394 pg/mc; valore di paragone 2 – analisi dopo l’incendio del TMB Salario dove si rilevavano picchi fino a 1018 pg/mc). Nelle prossime ore Arpa Lazio pubblicherà ulteriori analisi e letture, Legambiente ricorda poi che nell’intera Valle del Sacco sono ben 10 gli episodi di incendi in impianti del ciclo dei rifiuti dal 2011 a oggi e intanto di ieri sera la notizia di un ulteriore rogo in un’azienda di trattamento dei rifiuti a Cisterna di Latina (LT).

“L’incendio nell’impianto industriale è l’ennesimo episodio di eventi che rappresentano chiaramente quanto sia necessario un nuovo circuito industriale virtuoso per l’economia circolare – commentano Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Stefano Ceccarelli presidente del circolo Legambiente Il Cigno di Frosinone -. C’è bisogno di una drastica riduzione della plastica, di impianti che la trattino nella maniera più adeguata e in sicurezza, di spingere il mercato delle materie prime seconde a partire dalla carta, implementare e rafforzare gli acquisti verdi da parte delle amministrazioni pubbliche, ma anche di biodigestori anaerobici completamente assenti e quantomai indispensabili per la gestione dell’umido. Se in questo impianto si trattavano più rifiuti del consentito e in maniera illecità, saranno le autorità a stabilirlo e a loro tutto il nostro sostegno, le conseguenze ambientali di questo e di tutti gli altri incendi di impianti, ricadono sulla salute collettiva. Ringraziamo Arpa per la puntualità e velocità nella pubblicazione dei dati e non riteniamo giusto creare allarmismi su questa vicenda come accaduto nelle ultime ore con dati alternativi, proprio lì peraltro, dove ci si dovrebbe preoccupare della qualità dell’aria tutti i giorni, visto che è tra le peggiori d’Italia e dove niente è stato fatto in questi anni per affrontare il tema in maniera seria da parte dell’amministrazione comunale di Frosinone”.

Legambiente ricorda infatti che da inizio anno sono ben 44 i giorni di superamento dei valori consentiti di pm10 (50 microgrammi per metro cubo di aria in media sulle 24h) su un massimo consentito di 35 giorni, e nel 2018 sono stati complessivamente 82 giorni che fanno della centralina di Frosinone Scalo quella con valori peggiori in assoluto in tutto il Lazio. Anche le centraline di Ceccano e Cassino hanno sorpassato da tempo il numero di giorni di sforamento consentiti per il 2019, con 51 giorni di mal’aria a Ceccano e 38 a Cassino.