Informazione: Corecom Toscana, la legge sulla ‘par condicio’ è ormai anacronistica

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Il presidente Enzo Brogi: “Riformare la disciplina che regola l’accesso ai media in campagna elettorale per esercitare il diritto di voto in modo informato e consapevole, in un contesto normativo adeguato all’informazione e alla tecnologia”

ISTITUTI DI GARANZIA – “Occorre riformare la disciplina che regola l’accesso ai media in campagna elettorale, per consentire a tutti, cittadini in primis, di esercitare il proprio diritto di voto in modo informato, consapevole e sereno, in un contesto normativo adeguato alle sfide e all’attuale contesto informativo e tecnologico”.

Così il presidente Enzo Brogi, a nome del Corecom Toscana, interviene a conclusione della tornata elettorale per le europee e le comunali, che in Toscana ha visto coinvolte 189 amministrazioni locali. Il presidente ha precisato che “il Corecom vuole farsi promotore di questa iniziativa a livello nazionale”.

“Come autorità di vigilanza regionale sul rispetto delle disposizioni previste dalla legge 28/2000 e dalle delibere Agcom – afferma Brogi – riteniamo doveroso ringraziare tutti gli attori locali coinvolti, dai soggetti politici ai media locali alle istituzioni, per la sostanziale correttezza complessiva, che ha consentito un voto sereno e consapevole”.

Il presidente ha voluto evidenziare le difficoltà nelle quali i Comitati regionali per le comunicazioni si trovano a operare. “La normativa nazionale, conosciuta come ‘par condicio’ – ha detto – è diventata troppo complessa e spesso immotivatamente complicata, ma soprattutto anacronistica rispetto alla attuale situazione. Si tratta di una legge progettata quasi 20 anni or sono che, naturalmente, non prende in considerazione i nuovi media”.

Secondo il presidente e i componenti del Corecom della Toscana, oggi i soggetti politici, i media locali e le amministrazioni pubbliche sono chiamati a rispettare disposizioni spesso farraginose, decisamente rigide per alcuni versi e del tutto inadeguate su altri fronti”. Difficoltà come ha precisato il presidente spesso dovute a richieste d’intervento su questioni spesso marginali rispetto ai temi e al necessario equilibrio tra le diverse forze politiche. “La gran parte delle segnalazioni che ci sono arrivate hanno riguardato presunte violazioni dei limiti alla comunicazione istituzionale (art. 9 della Legge 28/2000). Limiti che, di fatto, silenziano le pubbliche amministrazioni per mesi, anche più volte nel corso di un anno”.