Investimento di Beppe Ghisolfi

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Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

Se riusciamo a risparmiare del denaro, si pone il problema di investirlo. Significa farlo rendere. Molte famiglie puntano sulla casa, dove in genere servono importi consistenti, altre depositano il denaro in banca o comprano azioni ed obbligazioni. Per ogni tipo di investimento ci può essere, non in tutti i casi, un margine di guadagno costituito dall’interesse che riusciamo a spuntare.
Se non ci sentiamo preparati in materia, è opportuno seguire il consiglio di persone esperte. Non diamo retta a chi ci promette facili guadagni: non esistono. In genere vale la regola che piùà alto è il rischio maggiore è il guadagno, ma non dimentichiamoci che, quando il rischio è alto, occorre molta prudenza.
Negli anni scorsi molti risparmiatori acquistarono obbligazioni emesse dall’Argentina, attratti dagli alti rendimenti. Ad un certo punto, però, lo Stato fallì e cessò di pagare non solo gli interessi ma anche il capitale investito procurando danni consistenti agli investitori.

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Come investono gli italiani? Lo possiamo apprendere da una ricerca curata dall’ACRI secondo la quale molte famiglie si limitano a tenere i risparmi sul libretto, alcune investono in obbligazioni, poche in azioni. La casa, da sempre considerata il bene rifugio per eccellenza, oggi attira di meno per via delle tassazioni. Una significativa percentuale di italiani considera che non esiste nessun investimento ideale, mentre il 61 per cento ritiene il risparmio fondamentale per l’economia e il 45 per cento non vive tranquillo se non riesce a risparmiare. Purtroppo, ci riesce soltanto il 28 per cento.
Il miglior investimento rimane quello sulla formazione propria e dei figli, sia per la soddisfazione personale che per un più adeguato inserimento nel mondo del lavoro.