“Io Donna” pubblica un articolo contro Vittorio Feltri… e lui si incazza

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C’è un settimanale, Io Donna, che viene distribuito al sabato dal Corriere della Sera. È diretto da Danda Santini, una firma che non può definirsi illustre. Ma non è questo il punto. Sappiamo che i giornali sono tutti in decadenza, figuriamoci quello di cui parlo imbottito di pubblicità di moda, creme e altri prodotti di bellezza. Niente di censurabile, ovvio.

Se non che nel numero uscito ieri, a pagina 41, è pubblicata una bella rubrica di Vittorio Sgarbi, Amare l’arte, che spiega il mistero della donna nell’alcova. Interessante. Talmente interessante che a pagina 46 ci si imbatte nello stesso articolo di Sgarbi, con il medesimo titolo, praticamente una fotocopia.

Significa che i geni di Io Donna, direttrice in testa, hanno applicato al periodico la teoria del repetita iuvant, ovvero un pezzo se è buono conviene stamparlo due volte a cinque pagine di distanza. Più probabile credere che la redazione e la direzione della rivista non siano in grado di aucontrollarsi e lavorino con i piedi al punto di non accorgersi che fare uscire due volte nello stesso numero il lavoro di un autore è l’autocertificazione della propria stoltezza.

L’ipotesi che il supplemento del Corriere sia la vetrina dell’incapacità si conferma a pagina 62, che ospita l’intervento di tale Antonella Baccaro, che ho la fortuna di non aver mai visto né sentito nominare. Il titolo dello scritto è il seguente: “Caro Feltri, il maschilismo non è un dito nell’occhio dei perbenismi”, il cui significato mi sfugge.

Va da sé che Baccaro se la prende con me accusandomi di ogni nefandezza. Secondo l’autrice dalla prosa incerta, io da anni andrei ripetendo a sproposito che le signore “se la cercano perché vanno in giro in minigonna”. Frase riportata tra virgolette, come fosse mia, ma che in realtà non ho mai vergato né pensato. Quindi siamo di fronte a una falsità, meritevole di essere denunciata e perseguita penalmente.

Eppure stia tranquilla la svagata, io non querelo le sprovvedute, anzi le ringrazio poiché forniscono la prova che ho ragione. Dulcis in fundo, sed in cauda venenum, Baccaro nel suo pistolotto mi consiglia di non farmi usare dalle televisioni quale bomba. Inoltre mi sollecita a trascorrere una vecchiaia più dignitosa.

Le segnalo che sono consapevole di dare fastidio ai conformisti come lei, pure perché io con questo mestiere del cavolo mi sono arricchito, mentre la maggioranza dei giornalisti ha le pezze al culo. Da ciò deriva un sentimento che si chiama invidia. Ho l’impressione che ella lo nutra. In caso contrario le suggerisco di andare a farsi friggere lo stesso nonché di prestare maggiore attenzione alla sintassi, che non è un pregiudizio borghese. È vero che sono vecchio, tuttavia lo sono diventato, invece tu, Baccaro, sei e resterai poco intelligente.

QUELLO CHE LE DONNE RACCONTANO

(Antonella Baccaro – Io Donna) – Oggi parliamo di categorie protette e sciocchezze se- squipedali, come le avrebbe definite Indro Montanelli. Sul caso della ragazza violentata sulla terrazza di un tale, che chiamare uomo sarebbe un complimento, ne ho lette tante, ma per una volta vorrei concentrarmi su quella di uno solo che impazza sui giornali e in tv: Vittorio Feltri.

Ora, tra le categorie protette dalla nostra societa, perche considerata fragile, c’e quella dei vecchi. Li chiamo vecchi perche questo sostantivo arriva dritto al cuore del problema e dovrebbe far vibrare, in chi tale e, la corda della responsabilita.

Vittorio Feltri ha 77 anni e dice la sua da almeno 50. Legittimo, direte. Fino a un certo punto. Le considerazioni che esprime sul mondo femminile da sempre sono pesantamente viziate da un maschilismo proprio dell’epoca passata cui appartiene, cionondimeno continua a ripeterle raramente con- traddetto.

C’e, nel consentirgli di farlo, qualcosa che oscilla tra il rispetto per il giornalista che e stato (e nessuno glielo nega) e la bonomia per un uomo di una “certa eta” cui spesso scappa un’espressione fuori dai denti. L’imitazione grottesca fattane da Maurizio Crozza, che dovrebbe nutrirsi proprio degli ec- cessi verbali di Feltri, spingendoli oltre ogni limite, ormai non funziona piu, tanto in avanti si e portato l’originale. E franca- mente, diciamocelo, Crozza ha contribuito allo sdoganamento degli sproloqui del suddetto.

Si chiama “politicamente scorretto” mi suggeriscono quelli bravi e va accettato perché e un dito nell’occhio del per- benismo. Magari lo fosse, dico io, visto che il perbenismo non piace neanche a me. Ma quello che Feltri da anni va ripetendo a proposito delle donne che “se la cercano perché vanno in giro in minigonna” (e questa e la cosa più riportabile tra quelle che dice) e invece molto di più: e il peggio del maschilismo elevato a teoria, e l’elogio del pensiero brutale, e la consacrazione dell’istinto più becero. E torniamo al punto da cui siamo partiti. “Caro” Feltri, le diamo un consiglio: non si faccia usare come un qualsiasi “bomba” invitato perché le spara grosse, per una volta si sottragga e consegni se stesso a una vecchiaia più dignitosa.