Io faccio politica e ho il compito di indicare una strada, non di gestire il giorno dopo giorno

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Confermo dunque che è ora di ripensare alla ripartenza. Non so, onestamente, se l’Italia possa essere considerata un modello rispetto al modo in cui si è fatta trovare pronta di fronte all’arrivo del virus. In cuor mio penso proprio di no. So con certezza però che se l’Italia non comincerà a pensare già oggi a come ripartire i danni generati dalla distruzione della nostra economia potrebbero avere sull’Italia un impatto non meno devastante rispetto ai danni prodotti dal #CoronaVirus.

Immagino la stagione in cui il mondo, e l’Italia, uscirà dall’incubo del coronavirus come una stagione importante, dinamica, ricca di energia. L’epoca era ovviamente diversa ma alla metà del XIV secolo, intorno al 1348, subito dopo l’arrivo della peste i fiorentini seppero ripartire costruendo il Rinascimento e penso che anche il nostro paese e il nostro continente quando tutto finirà potrà vivere una stagione di grande riscatto. Di grande fioritura. Ma a quella stagione occorre arrivarci e per quanto si possa essere ottimisti, e io lo sono, forse a volte fin troppo, oggi non riesco a essere così ottimista perché non vedo i presupposti per affrontare il presente, per prepararci al durante e arrivare al dopo. E allora lo dico in modo chiaro. Ogni giorno che terremo l’Italia chiusa più del dovuto è un giorno in più in cui rischiamo di condannare al declino il nostro paese.”