ISPIRATO E, INSIEME, CONCRETO IL DISCORSO DI URSULA VON DER LEYEN SULLO “STATO DELL’UNIONE”

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Con un discorso ispirato e, insieme, concreto Ursula von der Leyen presenta lo “Stato
dell’Unione”. Le sue parole sono chiare:

“Non funziona più il modello economico che valorizza la ricchezza al di sopra del benessere. Non basta rispondere alle emergenze del passato ma occorre progettare il mondo di domani”
E ancora “è il momento per l’Europa di spianare la strada dalla fragilità, emersa drammaticamente con la pandemia, alla sicurezza e alla stabilità”.
L’Unione oggi è certamente più forte e coraggiosa che nel passato, ma deve mantenere lo stesso slancio delle scelte di luglio, quando ha deciso di investire nel proprio futuro, e oggi è chiamata alla prova, altrettanto dura, della realizzazione delle sue promesse.
L’Europa e gli Stati membri devono spendere bene investendo le risorse che verranno grazie all’emissione di eurobond e del “buon debito comune europeo”.
Ed ecco la parte concreta e pragmatica di Ursula: un elenco di programmi e impegni precisi e di tappe per realizzare una “Unione della salute”, uno sviluppo digitale avanzato (un vero e proprio decennio digitale europeo) sempre abbinato al rispetto di valori e diritti secondo un approccio specifico europeo, cluster per l’innovazione, cloud europeo e supercomputer.
E poi il rafforzamento delle scelte green perché la sostenibilità ambientale è l’impronta della transizione economica, con l’impegno a dedicare il 37% del Recovery a questo grande sforzo.
E ancora la formazione, il capitale umano, il lavoro, l’Europa sociale e l’”UNIONE EUROPEA DELLA SALUTE”. E il contesto mondiale dove l’Europa deve svolgere sovranità e autorità e l’annuncio di un Summit globale in Italia sulla salute.
Il quadro programmatico è completo e del tutto condivisibile.
E, in chiusura, un richiamo ai valori europei, che “non sono in vendita” per nessun prezzo, al valore della differenza che è l’“essenza dell’umanità” e ai giovani, che, non a caso, danno il nome al programma di ripresa “Next Generation EU”.

Patrizia Toia