Istruzione, nuovi finanziamenti per i servizi del diritto allo studio

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La Giunta regionale della Lombardia ha approvato oggi, su proposta dell’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, la delibera riguardante le nuove convenzioni per il finanziamento dei servizi del ‘Diritto allo Studio’, la cui durata è stata ridotta a cinque anni rispetto ai precedenti dieci.

Il provvedimento indica anche i nuovi criteri annuali per il riparto dei contributi con un graduale superamento di quello tradizionale della ‘spesa storica’, per la quale è previsto un decremento progressivo, dal 70% del 2019 al 20% del 2023.

L’accordo, approvato dopo un’istruttoria tecnica condivisa con tutti gli atenei, prevede l’impegno ad avviare subito un ‘gruppo di lavoro’ per la definizione di costi standard: saranno elaborati nel corso dei primi cinque anni, corrispondenti alla nuova durata fissata per le convenzioni, e andranno in vigore a partire dal quinquennio successivo.

COLLEGI UNIVERSITARI E INSERIMENTO LAVORATIVO STUDENTI – Con la stessa delibera, è stata decisa anche la valorizzazione dei collegi universitari che accolgono fino a 2.500 studenti, in quanto specificità del Diritto allo Studio nel sistema universitario lombardo.

“I nostri sistemi universitari e dell’alta formazione costituiscono un’eccellenza nel panorama nazionale – ha sottolineato l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro – che continuano ad attrarre studenti fuori sede”.

“Per questo, fin dall’inizio del mio mandato – ha proseguito – ho rivolto particolare attenzione al tema del Diritto allo Studio. Il prossimo passo sarà la costruzione di azioni a sostegno del sistema universitario lombardo, anche con risorse comunitarie, dando grande rilievo ai servizi di orientamento e di inserimento lavorativo degli studenti”.

DIALOGO COSTANTE CON LE ALTRE REGIONI E IL MINISTERO – “Allo stesso tempo – ha proseguito l’assessore – continuerò il dialogo con le altre Regioni e con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: vogliamo arrivare a una modifica dei criteri di riparto del Fondo nazionale delle borse di studio, il Fondo Integrativo Statale (FIS), che non considera adeguatamente l’attrattività del sistema lombardo”.

QUASI LA META’ DEGLI UNIVERSITARI PROVIENE DA ALTRE REGIONI – “Infatti il 46% dei nostri studenti che hanno diritto alla borsa di studio – ha spiegato l’assessore regionale – proviene da altre regioni, sebbene i requisiti di merito perché venga riconosciuta siano i più alti e restrittivi in Italia”.