Italian Paralympic Awards, una serata magica tra sport e spettacolo

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Aria di una festa tra amici, quella che si respirava tra le file dei presenti al 3° Italian Paralympic Awards. Anzi,di più: come ha sottolineato salutando tutti, sul finale, Luca Pancalli: “Quella che vedete qui, è una vera e propria famiglia e Ciaz (Andrea Chiarotti, hockeysta azzurro prematuramente scomparso), per sempre unico capitano di questo gruppo incredibile, ne è l’essenza”. Ha chiuso commuovendosi, attorniato dalla squadra azzurra di para ice hockey, Pancalli, orgoglioso della strada fatta, da tutti. “Ci sono le persone che lavorano dietro le quinte, a riflettori spenti, che spingono questo movimento verso traguardi impensabili fino a poco fa: presidenti federali, tecnici, impiegati, famiglie. A loro andrà sempre il mio grazie”. Loro ricambiano e applaudono, sentendosi parte del tutto, come accade sempre quando ci si riunisce.

giorgettiUn clima di condivisione e affiatamento, quello di stasera, che ha contagiato anche il numero uno del movimento paralimpico mondiale, il brasiliano Andrew Parsons, che elogia la direzione del paralimpismo italiano, “Il mondo sarà presto migliore grazie allo sport paralimpico. Tutti riconoscano la sfida delle persone con disabilità, il valore delle differenze. Ci aspettiamo grandi risultati dall’Italia a Tokyo 2020, a Rio 2016 si piazzò al 9° posto nel medagliere, formulo i miei migliori auguri perchè ai prossimi Giochi gli azzurri raggiungano la loro migliore posizione di sempre”.

E gongolava la pluri medagliata Bebe Vio, elegantissima in tailleur di raso bianco, a corto di voce per i Giochi senza Barriere di ieri sera e per la missione che ha sposato, e indossa ormai come un abito, di trasmettere ovunque il suo entusiasmo contagioso. “Nel programma che conducevo (‘La vita è una figata’), dovevo ispirare gli altri e invece sono stata ispirata io, da quelli che ho incontrato”. Miracolo della forza di vivere. Lo stesso che ha colpito e suggerito le parole a Roberto Vecchioni, quando ha scritto e stasera ha cantato, applauditissimo, “Ti insegnerò a volare”, pensando ad Alex Zanardi.

Sfide per niente assurde, tutte quelle accettate e vinte da chi sfila sul palco. Come quelle della Nazionale Pallavoliste sorde, argento alle Deaflympics, assenti perchè sul campo degli Europei di Cagliari, o della Nazionale femminile sitting volley, quarta al primo Mondiale della sua storia, celebrata con il Premio al suo Tecnico Amauri Ribeiro, per il quale “andare a Tokyo sarà l’ennesima sfida non impossibile”.

E ancora emozioni e sorprese, si rincorrono sul palco, come quando danza Simona Atzori e il silenzio dell’incanto si fa irreale, si dice “onorata di aver portato la danza e la sua arte nello sport paralimpico” e scrosciano gli applausi del pubblico, incredulo.

Dolcezza distillata, i Cori delle Voci e delle Mani Bianche, ragazzi con disabilità ma perfettamente intonati alle ‘corde’ del pubblico. Canti che non ti aspetti, come tutti quelli che sfilano e incarnano il mondo delle infinite possibilità. “Tutto può succedere, noi ne siamo la testimonianza vivente”, ha detto Martina Caironi, pluri primatista mondiale delle piste di atletica. Ormai famosa come l’amazzone Sara Morganti, tornata in trionfo dai Mondiali di paradressage, inossidabile, insuperabile sul campo, soave e commossa sul palco. “Questo Premio va anche Royal Delight, la mia cavalla, la nostra è stata una grande rivalsa”.

AUG 4881Quella di tutti gli atleti paralimpici lo è, sulla vita e i suoi schiaffi. Un messaggio tanto forte quanto dirompente, come ha ben compreso il servizio pubblico televisivo: “La Rai è casa vostra, saremo sempre onorati di condividere i vostri valori, di percorrere insieme a voi questa strada rivoluzionaria”, ha detto Fabrizio Salini, ad RAI. Un’azienda che vanta giornalisti come il presentatore impeccabile e appassionato di questa serata, Lorenzo Roata, professione e cuore votati al movimento paralimpico da quasi vent’anni, prima voce dei nostri tanti trionfi. Un altro grande amico, uno di famiglia.