Ken Follett – Mondo senza fine – Milano, Mondadori, 2007, 1368 p. (184)

0
91

Aldilà dei luoghi e del tempo, delle etnie e del sesso, “l’uomo” rimane strettamente legato a passioni, sentimenti, istintualità e ideali che sono a lui connaturati indipendentemente da tutto questo; componenti che lo fanno agire coerentemente con se stesso, sempre ed in qualunque momento si trovi.

Sapevamo di Follett attraverso il suo precedente “Pilastri della Terra” e della sua capacità di intrecciare, in lontani passati, trame “impossibili” che ti prendono e ti trasportano, ti fanno gioire e soffrire, con personaggi sempre ben caratterizzati. Nel “Mondo senza fine” vengono esaltate queste sue qualità, con la scorrevolezza letteraria che giustifica la sua grande notorietà.

Allora, in questo suo romanzo storico (ambientato due secoli dopo quello, tra il 1327 ed il 1350/’51) se ne vedranno “delle belle”. Una donna, una delle protagoniste principali, Caris, condannata al rogo per stregoneria dalla Santa Inquisizione… riesce poi a diventare badessa/priore di un grande convento con frati e suore; un nobile decaduto condannato per stupro, Ralph, riesce a farla franca scampando alla forca e… diventerà un conte; una contadina serva della gleba, Gwenda, aiutata dal figlio, si vendicherà di lui, uccidendolo, insieme al suo scudiero,… e la farà franca…; il protagonista principale, Merthin, fratello di Ralph, caratterialmente al suo estremo (impulsivo, malvagio, cattivo il primo, pacato, riflessivo, buono il secondo), da “quasi nessuno” (apprendista artigiano senza mai raggiungere formalmente la professione) diventerà “castaldo” (presidente dei commercianti degli artigiani, diremmo oggi…) della cittadina inglese di Kingsbridge, a cui traccerà un futuro di progresso, civiltà e ricchezza…costruendo la torre più alta d’Inghilterra; un frate priore, Godwyn, “ruba” il tesoro del convento e scappa con tutti i frati mentre imperversa la peste.. e la farà franca anche lui…; un padre, Joby, scambia la figlia, Qwenda, con una mucca e… in tribunale non avrà alcun problema: è nei suoi diritti!

Insomma, riferiamo di una narrazione nella quale in ogni capitolo ti dici: “…caro Follett con questa trama ti sei cacciato in un vicolo cieco,… vediamo come riesci a cavartela ora…” e poi ti stupisci, in quello successivo, di con quanta bravura risolve “i problemi”.

Un’altra apprezzabile caratteristica del romanzo è l’inizio della storia, in cui i 4 protagonisti sono ancora ragazzi: due fratelli (un bullo, Ralph e un genietto, Merthin), una ragazzina ambiziosa (Caris) ed una ladruncola (Gwenda) il giorno di Ognissanti del 1327 lasciano la festa ed entrano, contravvenendo alle regole genitoriali di allora, in una foresta, dove assistono all’uccisione di due uomini ed al ferimento di un terzo, Thomas, che diventerà frate e custodirà “un grande segreto” che sarà svelato solo alla fine.

Una “nuova epoca” alla fine nascerà, con un po’ più di giustizia, libertà e ricchezza, grazie ai personaggi “buoni e positivi” che la spunteranno su quelli “cattivi e negativi”, a testimoniare – in un momento sempre eterno – che “…non c’è nulla di nuovo sotto il sole” .

Franco Cortese Notizie in un click luglio