La commissione Parità vota la composizione della Consulta emiliano-romagnoli nel mondo

0
85

Scelta la composizione dell’organo dell’Assemblea. Tagliaferri (Fdi): corretto che un dipendente gruppo Pd ne faccia parte?

Scelti i membri che andranno a formare la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. La commissione Parità, presieduta da Federico Amico, ha infatti votato a favore della sua composizione. La Consulta si compone di tre consultori rappresentanti delle autonomie locali regionali (Gian Domenico Tomei sindaco di Polinago e presidente della Provincia di Modena, Paolo Negri sindaco di Bettola e Manuel Marchetti consigliere comunale di Noceto), due docenti delle università dell’Emilia-Romagna (Lorenzo Bertucelli dell’Università di Modena e Marco Greggi dell’Università di Ferrara), sei rappresentanti indicati da associazioni che abbiano una sede operativa permanente nel territorio regionale e che operino da almeno tre anni nel settore dell’emigrazione (Pierantonio Zavatti, associazione Acli Emilia-Romagna; Alessandro Cardinali del centro Studi ‘Agostino Casaroli’ di Bedonia; Fausto Desalvo dell’istituto Fernando Santi Emilia-Romagna; Giuseppe Conti del centro Studi Val Ceno ‘Cardinale Antonio Samorè’ di Bardi; Giovanni Piazza dell’associazione Piacenza nel Mondo e Giacomo Sarti del Movimento Cristiano Lavoratori sede regionale dell’Emilia-Romagna”.

“Tutti nomi maschili”, sottolinea il presidente Amico. Tanto da proporre “di rivedere la procedura, se non la legge, su come comporre la Consulta, anche se non è previsto alcun vincolo, ma credo sia giusto garantire equilibrio di genere”. Bilanciamento recuperato almeno in parte con la scelta dei 15 rappresentanti di emiliano-romagnoli residenti stabilmente all’estero e proposti dalle federazioni o dalle associazioni di emiliano-romagnoli nel mondo.

Se Simone Pelloni (Lega) spiega di essere disponibile a “un ragionamento sulla presidenza e sulla vicepresidenza della Consulta”, Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) pone una questione su Alessandro Cardinali, ex consigliere regionale, ex vicepresidente della Consulta, ora eletto membro: “Un dipendente regionale può far parte della Consulta? Se la risposta è no, faccio notare che Cardinali attualmente è dipendente del gruppo Pd. Se la risposta è sì, sollevo comunque una questione di opportunità”. Ma l’incompatibilità, spiegano dagli uffici della Consulta, “è una questione che non si pone”.

Il tasto dolente della mancanza di parità di genere colpisce anche Roberta Mori (Partito democratico) che si dice “d’accordo nel rivedere i criteri di scelta perché ci possa essere meno disparità”. E sottolinea come “la Consulta faccia da cassa di risonanza delle nostre eccellenze, è importante avere associazioni che all’estero alimentano la celebrità del nostro territorio”. Matteo Daffadà, anche lui esponente dem, parla da membro uscente della Consulta: “Toccherete con mano quante cose abbiamo portato dal nostro territorio nel mondo”. Infine, Valentina Castaldini (Forza Italia) chiede di conoscere “il residuo di bilancio dell’anno scorso, perché lo ritengo fondamentale per immaginare step intermedi e spendere al meglio risorse per portare il nostro territorio nel mondo”.

(Margherita Giacchi)