La crisi causata dalla pandemia di coronavirus sta colpendo pesantemente le compagnie aeree di tutto il mondo

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Il traffico è diminuito fortemente e le compagnie aeree sono costrette a lasciare a terra moltissimi velivoli
Città vuote, senza automobili in circolazione, e cieli deserti, con il traffico aereo praticamente azzerato. Le misure mondiali per cercare di contenere la diffusione del coronavirus hanno avuto un forte impatto economico sul mondo del trasporto aereo. In Europa la diminuzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è di circa il 70%, del 45% in Medio Oriente e del 30% in Asia. Secondo le previsioni, ad Aprile il dato potrebbe arrivare, per la sola Europa, a sfiorare il 95%. Un calo ingestibile per la sopravvivenza di qualsiasi compagnia aerea.

Obiettivo sopravvivenza

Una strategia per cercare di resistere, già messa in atto da alcuni vettori, è quella di convertire gli aerei civili in cargo. Se infatti si è praticamente azzerato il numero di passeggeri, è in aumento quello delle merci, in particolare dell’attrezzatura sanitaria. Un volume di voli che però non può compensare le perdite in corso. La Iata, l’associazione internazionale del trasporto aereo, ha stimato per l’Europa perdite di 76 miliardi di dollari ed un calo dei passeggeri dl 46% rispetto allo scorso anno, con una conseguente perdita di 5,6 milioni di posti lavoro. Secondo la Iata, servirebbero almeno 200 miliardi di dollari per cercare di salvare il salvabile. I governi stanno cercando, per quanto possono vista l’emergenza generale, di occuparsi anche di questa necessità. Italia e Spagna pensano ad una nazionalizzazione delle compagnie, i governi scandinavi hanno approvato misure specifiche per il settore. Gli Stati Uniti hanno stanziato 50 miliardi di dollari per le compagnie di bandiera.

Aerei a terra

Ma un altro problema che i vettori stanno affrontando, e sembra paradossale, è quello della rimessa degli aerei che non stanno volando. Prima dell’emergenza coronavirus erano 200000 gli aerei in volo ogni giorno, che ora sono costretti a restare a terra. I parcheggi a disposizione non sono però sufficienti a soddisfare tutte le richieste ed oltretutto sono a pagamento. Un’ulteriore spesa da sostenere per aziende già in forte crisi. Il costo medio in un aeroporto europeo per tenere un aereo in sosta è di 285 dollari l’ora, 6840 al giorno. Questa sosta forzata mette a rischio anche gli slot: le regole internazionali impongono di effettuare almeno l’80% dei voli per mantenere negli aeroporti le fasce di orario per l’anno successivo.
La crisi causata dalla pandemia di coronavirus sta colpendo pesantemente le compagnie aeree di tutto il mondo

Le ripercussioni sui costruttori

I problemi stanno interessando non solo le compagnie aeree, ma anche i costruttori. Boeing ha annunciato che bloccherà la produzione della maggior parte dei suoi velivoli destinati al trasporto passeggeri: si fermeranno per due settimane le linee di assemblaggio dei 787 e dei 777 ospitate a Everett a nord di Seattle, in quello che è il capannone più grande del mondo. Anche la Airbus ha le sue difficoltà, soprattutto a causa dello stop delle forniture di pezzi e componenti che ha costretto l’azienda a chiudere i suoi impianti per quattro giorni. Embraer, costruttore brasiliano, ha in programma di mandare a casa tutti i lavoratori non essenziali nei suoi impianti che fabbricano aerei per il trasporto regionale. All’elenco si aggiunge anche Bombardier, che ha deciso di sospendere la produzione della sua linea di business jet in Canada.                                                                                                                                                            di Andrea Salvati fonte https://www.rtl.it/notizie/articoli/la-crisi-causata-dalla-pandemia-di-coronavirus-sta-colpendo-pesantemente-le-compagnie-aeree-di-tutto-il-mondo/