La crisi di Governo aperta da Italia Viva è un atto di irresponsabilità grave

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Nel pieno di una pandemia far cadere l’esecutivo significa condannare il paese a una lunga stagione di instabilità, di paralisi amministrativa, di logoramento della sua credibilità sul piano internazionale.
A pagarne le conseguenze sarebbero ancora una volta i soggetti più fragili, chi lavora e chi produce, e soprattutto le donne e gli uomini esposti in prima linea nella battaglia contro la COVID-19.
Il Governo Conte ha gestito con disciplina e onore questa fase difficile per l’Italia, ha provato a non lasciare indietro nessuno attraverso misure sociali ed economiche inedite e radicali come il blocco dei licenziamenti, ha portato avanti in Europa la battaglia per il Recovery plan rompendo finalmente il fronte dell’austerità, ha mostrato coerenza e continuità nel contrasto all’epidemia difendendo la centralità del Servizio Sanitario Nazionale.
La chiusura di questa esperienza di Governo aprirebbe inevitabilmente la strada al populismo di chi nel corso degli ultimi anni ha civettato col trumpismo e ha assecondato spinte nazionaliste e xenofobe.
La destra peggiore di sempre.
Renzi sembra essere indifferente rispetto a questo sbocco politico, giocando come al solito in maniera spregiudicata, anteponendo la manovra di palazzo agli interessi del paese e ponendosi fuori da qualsiasi possibilità di ricucitura con l’attuale alleanza di governo.
Articolo Uno – con i gruppi parlamentari di Leu e i suoi esponenti nell’esecutivo – sostiene con convinzione il Governo Conte, riconosce in questa alleanza di governo un valore strategico, lavora perché essa si consolidi anche oltre la dimensione parlamentare.
Questa crisi accelera la necessità di trasformare la coalizione tra Cinque Stelle e le forze del centrosinistra in un soggetto che ambisca a dare rappresentanza ad un nuovo blocco sociale capace di delineare un nuovo schieramento progressista anche sul territorio, a partire dal prossimo appuntamento amministrativo della primavera nelle grandi città, superando finalmente la fase emergenziale di questi mesi e aprendosi alle forze civiche ed ecologiste nella chiarezza di un progetto politico unitario.
Occorre scommettere su questa prospettiva, perché non ci sono alternative a tale schema di governo in questa legislatura.
Occorre un salto di qualità della visione politica delle forze della coalizione perché non basta dichiararsi soltanto come alternativi alla destra, serve invece una forte spinta comune al rinnovamento e al cambiamento, dando continuità e radicamento all’alleanza.
Dunque, siamo impegnati perché in Parlamento ci sia una nuova fiducia al Presidente Conte e al suo Governo per rilanciare una stagione di riforme per ridurre le diseguaglianze, difendere il lavoro, allargare gli ammortizzatori sociali, rilanciare gli investimenti, tutelare l’ambiente e ridare centralità al mezzogiorno, estendere e rafforzare la sanità pubblica, offrire una speranza di riscatto alle giovani generazioni e alle donne nello spirito dell’agenda 2030.
Questo è il tempo dei costruttori, della serietà, del rigore intellettuale e morale.
La sinistra ha una funzione se guarda all’interesse generale, portando avanti i valori per cui è nata, difendendo gli interessi di chi in questa crisi attraversa difficoltà e solitudine.
Andiamo avanti con Conte.