La diga green su Tevere: in un mese abbiamo rimosso dal fiume 500 kg di plastica

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Quasi 500 chilogrammi raccolti nel primo mese di sperimentazione. La diga green che la Regione Lazio ha fatto installare vicino alla foce del Tevere, a Fiumicino, per intercettare il grande inquinatore dei mari, la plastica, ha salvato le acque da 460 kg che avrebbero deteriorato ulteriormente l’habitat marino.

Per capire cosa compone questo enorme quantitativo di pattume, i tecnici hanno proceduto all’analisi di un primo campione di 114 kg, scoprendo che gli imballaggi costituiscono una percentuale del 46,27%, mentre il resto è formato da frazioni varie: come i seggiolini da auto per i bambini, giacche, palloni, sedie a sdraio.

In ogni caso, rifiuti molto grandi che l’Ama definirebbe ingombranti e che qualcuno ha abbandonato in discariche improvvisate sugli argini: poi le piene e la corrente li hanno fatti arrivare al fiume. Perché l’incontenibile maleducazione degli incivili non si ferma allo spazio della loro devastazione, ma viaggia, con un meccanismo a catena che allarga a macchia d’olio l’inquinamento. Le plastiche, una volta entrate a contatto con l’acqua marina, si deteriorano, diventano microplastiche che finiscono nelle pance dei pesci e soffocano le tartarughe marine.

«La quantità di rifiuti rinvenuti nel Tevere è molto significativa, soprattutto alla luce dell’analoga sperimentazione sul Po, dove in 4 mesi sono stati raccolti 300 kg di immondizia. Prorogheremo l’esperimento», dichiara Cristiana Avenali, responsabile Piccoli comuni e Contratti di fiume della Regione che ha voluto la sperimentazione impegnando 40mila euro.

Il sistema di intercettazione, realizzato da Castalia Operations srl, la stessa che ha installato le dighe sul Po, consiste in barriere in polietilene che bloccano i rifiuti galleggianti accumulandoli in un’area specifica, dalla quale vengono successivamente raccolti.

«Il Po e il Tevere – spiega Lorenzo Barone, direttore tecnico di Castalia – sono fiumi completamente diversi. Riguardo al Po abbiamo avuto problemi con i tronchi portati dalla corrente, che hanno sganciato le barriere». Ad occuparsi del prelievo e dell’avvio a riciclo della plastica recuperabile sarà Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi di plastica.