LA FABBRICA DELLE MALATTIE NON SI FERMA DAVANTI A NULLA

0
80

di Mario GIORDANO

In effetti ci sono situazioni paradossali. Direse società scientifiche nel mondo per esempio, per calcolare la presisposizione al rischio di fratture osee usano un algoritmo che si chiama Frax. S’inseriscono i dati nella tabella e ti esce il responso: sei a rischio o non sei a rischio. Soltanto chi è stato calcolato sulla base di quell’algoritmo andrebbe trattato con i farmaci il 72% delle persone oltre i 65 anni ed il 93% di quelle oltre i 75. Numeri esagerati, ovvio, che hannoun unicoobiettivo quello di allargare il mercato della vendita dei farmaci. Ma più farmaci servono davvero a ridurre il rischio? Certo, dicono gliesperti pubblicando ricerche trionfanti: riducono il rischio del 50%. Percentuale che fa impressione. Infatti partendo da alcuni medicinali il rischio di fratture al femore scende dal 2,1 all’1,1% che in sostanza significa che se 100 anziani non prendono il farmaco, c’è la possibilità che rompano il femore in due, mentre per chi prende il farmaco se ne rompe solo uno. Chiaro “Faccio prendere il medicinale inutilmente a 99 persone con il rischio di effetti collaterali per evitare la frattura del femore alla centesima” conclude Peronato. Ci fa piacere quella frattura evitata… ma conviene davvero? e a chi? E quella strombazzata riduzione delle fratture del 50% per quanto vera, non è un po’ una fregaura? “La tendenza ad aumentare il mercato dei m alati è irresistibile” sostiene Marco Bobbio. E cita il caso di una contea norvegese dove sulla base dei nuovi parametri di rischio per pressione e colesterolo, il 90% delle persone oltre i 50 anni è il risultato bisognoso di un trattamento farmacologico. Del resto – conclude Bobbio – s’è osservato che su 14 linee guida ruguardanti malattie comuni, dieci propongono l’ampliamento dei criteri diagnostici e il 75% degli estensori ha dichiarato legami economici con le industrie, con la media di sette industrie per estensore.

tratto dal libro scritto da Mario GIORDANO

SCIACALLI – VIRUS, SALUTE E SOLDI