La fine della politica

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Quando il mega inciucio draghiano finirà, i partiti ricominceranno a far finta di litigare

Ricominceranno a raccontare la panzana che se vincerà quello o quell’altro sarà chissà quale tragedia per il paese. In modo da spaventare i cittadini e raccattar poltrone. La verità è che siamo tornati in un’era di pensiero unico e di cappa conservatrice. Se vince un partito o l’altro non cambia nulla. Per questo molti cittadini non vanno nemmeno più a votare. Sono stanchi di farsi prendere per i fondelli. Hanno capito che è tutta una farsa e che al di là della propaganda, sulle cose che davvero contano la pensano tutti allo stesso modo come dimostra l’assordante silenzio di questi mesi draghiani. È la fine della politica ormai ridotta a marketing elettorale, a duello tra idoli e tifoserie.

Le democrazie moderne sono vittime dal pensiero unico e ostaggio di una cappa conservatrice che impedisce ogni reale cambiamento. Una cappa formata da politicanti in carriera, potentati economici e stampa asservita. Una cappa che è conservatrice perché il vero cambiamento significa per loro perdere la loro posizione dominante e quindi prebende e potere. La vera e unica ideologia della nostra era è l’egoismo. Ottenere ed accumulare sempre di più e poi difendere il malloppo. Apparire e primeggiare in una meschina rissa permanente. Pensiero unico egoista e cappa conservatrice.

Ci sono temi devastanti che sono stati addirittura sottratti dal dibattito democratico, come ad esempio la guerra e la produzione di armi. Immense risorse pubbliche buttate per quella follia collettiva che è la guerra e nessuno che spiccica più una parola. Lo stesso vale per le scelte radicali che servirebbero per rivoluzionare il nostro modello economico e sociale e comportamentale per prevenire la distruzione del pianeta e perseguire una reale qualità della vita che non si compra certo in qualche negozio e non si ottiene davanti a qualche telecamera.

Egoismo che si è fatto cultura di massa, che si è fatto ideologia. I politicanti nei palazzi fanno delle gran chiacchiere, ma poi non cambia mai nulla per davvero. Questo perché in democrazia il vero cambiamento sorge solo e solamente dal basso, dai cittadini.

Nei palazzi non vanno mai oltre ai dettagli e alle sfumature perché la cappa conservatrice non vuole. Solo i cittadini possono generare la spinta per costringere i palazzi ad adottare scelte radicali. Ce lo insegna la nostra storia. Recente ma anche del secolo scorso. È un processo ad ondate. Ogni tanto i popoli si risvegliano e travolgono il potere costituito costringendolo a far qualcosa. Il problema è che passata l’onda, piano piano la cappa conservatrice del pensiero unico egoista ritorna. Assorbe i rivoltosi, li omologa e i cittadini a quel punto hanno due scelte.

O si accontentano oppure si riorganizzano. Oggi il pianeta è ricoperto di spazzatura, sta andando a fuoco e perfino l’aria si è fatta irrespirabile mentre i cittadini sgomitano nei centri commerciali illudendosi di sedare il vuoto che li opprime e trovare un senso con un i-phone appiccicato al naso. Ci stiamo autodistruggendo e gran parte degli esseri umani non solo non fanno nulla, ma non se ne rendono nemmeno conto. In gran parte si fanno i fattacci loro mentre gli altri si scannano tifando per qualche salvatore della patria nella perenne illusione che cambi qualcosa. Ma il vero cambiamento politico si genera solo e solamente dal basso, dai cittadini.

Lo dimostra la nostra storia. Oggi le idee alternative ci sono eccome, il problema è farle emergere, il problema è generare una forza democratica sufficiente affinché quelle idee si trasformino in fatti concreti, in vero cambiamento. Un compito che spetta solo e solamente ai cittadini. Tutto il resto è solo marketing. Sono solo chiacchiere di palazzo. Sfumature, dettagli superflui. Mega inciuci e assordanti silenzi. Duello tra idoli e tifoserie. Pensiero unico egoista e cappa conservatrice. La fine della politica.

Tommaso Merlo