La Francia sfida Amazon e nazionalizza 10mila piccoli negozi

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Per salvare dalla chiusura le attività commerciali del centro storico della città, la Francia si prepara a nazionalizzare 10.000 piccoi negozi di vicinato e botteghe artigiane. Saranno rilevati gli esercizi in difficoltà finanziaria per poi essere riaffittati a canoni iper-agevolati a chiunque voglia farsene carico garantendo la continuità dell’esercizio.

Un vero e proprio intervento pubblico per sostenere il commercio al dettaglio, messo a dura prova dalle chiusure imposte mesi fa dal movimento dei Gilet gialli, dallo stop imposto alle attività a causa dello scoppio pandemico e dallo tsunami dell’e-commerce.

Una volta dato il via libera alla “Caisse des dépots, l’istituto finanziario pubblico francese affiderà a una serie di società immobiliari, costituite a livello locale, il compito di individuare gli esercizi che necessitano e meritano l’intervento pubblico anti-crac, per poi procedere all’acquisizione con soldi pubblici”.

Ad oggi, nel centro risulta sfitto ben il 12% delle vetrine, percentuale che cresce nei paesi più piccoli. Il quotidiano la Repubblica dal quale riprendiamo la notizia, evidenzia come negli ultimi anni le apertura dei centri commerciali in periferia, l’aumento degli acquisti online in Francia (+ 11,6% nel 2019 oltre quota 100 miliardi) e il fenomeno di Airbnb, abbiano cambiato il panorama delle vendite al dettaglio.

Va aggiunto che la misura salva-negozi è in realtà parte di un più ampio ventaglio di interventi da parte dello Stato per sostenere l’economia reale (sospensione di oneri contributivi e aiuti a fondo perduto per gli affitti) e di iniziative promosse dalle varie amministrazioni locali impegnate a frenare il fenomeno di svuotamento del centro. Inoltre, nelle scorse settimane, l’Unione nazionale dei commercianti – che rappresenta oltre 450mila punti vendita – ha chiesto al governo di imporre una moratoria di almeno due anni alla costruzione di nuovi magazzini di Amazon e Alibaba.