La ghigliottina e il coronavirus

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In molti guardano il programma di Rai 1 con il gioco della ghigliottina, e ora vi propongo io uno di tali giochi: cosa accomuna zanzare, mosche, ratti e passeri? Ovvio, sono animali, ma proprio questi quattro sono collegati da un evento che scopriremo in seguito.
Ma passiamo all’attualità: in questi giorni non si parla altro che di coronavirus, e partirò da questo argomento anch’io oggi per la nostra chiacchierata. Ci sono tante notizie, e anche tante percentuali sul numero di pazienti contagiati, morti, guariti e poi ancora statistiche sui contagi in Cina e negli altri Paesi, ma un numero importante da tenere d’occhio è la potenzialità di contagio, che viene indicata con “fattore R0”, e che indica il numero di persone che ogni malato contagia. Ho cercato questo valore a proposito del coronavirus, e ho trovato dati contradditori fra loro, quindi non cito numeri, ma sottolineo che è importante scoprire se questo valore è maggiore o minore di 1. Infatti in presenza di un R0 = 2 avremo che ogni persona contagia altre due, e ciascuna di queste altre due, e così via, fino a che non saremo tutti contagiati. Invece con un valore R0 minore di 1, ad esempio 0,8, ogni gruppo di 100 malati ne contagerà altri 80, e questi altri 64, e così via, sempre meno: ad ogni passaggio il numero di nuovi malati sarà l’80% dei precedenti, con estinzione della malattia. Accanto al valore R0 ci sono altre considerazioni, come il tempo di contagio tra un malato e una persona sana, ma abbiamo visto ancora una volta che un valore matematico può darci le linee guida per come comportarci in presenza di un evento nuovo.
Il coronavirus si è propagato dalla Cina, e nei primi giorni le autorità non hanno voluto ammettere l’esistenza della malattia, con perdita di tempo utile per tamponarne la propagazione. Ma non è la prima volta che in Cina ne combinano una grossa.
Ed ecco ora la risposta al quesito iniziale: cosa accomuna zanzare, mosche, ratti e passeri? Sono state quattro calamità che hanno interessato la Cina, combattute con massicce campagne di sterminio.
Ad esempio i cinesi, secondo le direttive di Mao, nel 1958 hanno sterminato i passeri che in gran numero si nutrivano di cereali, privando la popolazione di un cibo importante. Ma già nell’anno successivo i cinesi si sono accorti che i passeri sterminavano pure cavallette che, non essendo predate, hanno distrutto in maniera ancora più pesante tutti i raccolti. Eppure, ci sarebbe bastato un matematico, che si sarebbe potuto accorgere che facendo diminuire il numero di passeri inevitabilmente aumenta il numero delle loro prede, secondo valori calcolabili con le derivate parziali.
Però la politica dell’epoca continuava a presentare filmati di cittadini felici che consegnavano i passeri catturati alle autorità, confidando in una fine della calamità. E una cosa simile non deve succedere nelle situazioni attuali.

Giorgio Dendi