LA MEDIOCRITÀ DELLA FOLLA E DELL’INTELLIGHENZIA

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Il nostro Tempo è il primo della storia in cui gli intellettuali sono più stupidi della folla, ma non è di questo che vi voglio parlare oggi. La questione è più profonda e riguarda quanto accaduto negli ultimi tre mesi. L’ira schiumosa della folla e degli intellettuali salariati contro le nuove figure di “untori”.

Nella Fase1 gli untori erano i runner solitari sulla spiaggia, che ovviamente non creavano danno a nessuno. Contro di loro uno Stato forte con i deboli che ha sguinzagliato elicotteri e poliziotti all’inseguimento.
I boss mafiosi fuori dal carcere e i runner presi alle spalle con tutte le forze di polizia.

Nella Fase2 gli untori sono invece i ragazzi che, volendosi riappropriare del diritto naturale della libertà, bevono qualcosa in compagnia o – peccato mortale – si danno qualche bacio in mezzo alla strada. Da cornice una scalinata di paese piuttosto che un naviglio di città.

Il senso di tutto questo, a mio parere, è che c’è sempre un “appestato” che la mediocrità della folla cerca di colpevolizzare e colpire. Col benestare dell’intellighenzia salariata, evidentemente molto più stupida della folla.

E tra questa folla si sono ben mimetizzati quelli che, popolani o intellettuali, fino al 21 febbraio erano soliti lavarsi la bocca con le parole “libertà” e “diritti”. Oggi, abbandonato lo strillo ipocrita della libertà, vestono tutti – indistintamente – i panni delle popolane di Parigi esultanti al passaggio dei condannati alla ghigliottina.

A sorvegliare sindaci “sceriffi” o presidenti di regione che si sentono Napoleone.

Tornerà la normalità e sarà come lo scioglimento della neve. Ma invece degli stronzi, resteranno i mediocri. I soliti, che ben presto ritorneranno a lavarsi la bocca con le parole “libertà” e “diritti”. Siano essi “folla” o “intellighenzia”.
Dimenticando che sono stati proprio loro a difendere – in questi mesi – ogni nefandezza ed ogni abuso contro la libertà e i diritti.

(di Giuseppe PALMA)