La Meloni difende Salvini e attacca Bossi: “Lega nazionalista? Meglio dire patrioti”

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Roma – “La Lega è il primo partito italiano e Fratelli d’Italia, alle regionali in Emilia Romagna, è il partito che è cresciuto più di tutti. Ovvero quelli che Bossi definisce ‘nazionalisti’, e che io invece preferisco chiamare ‘patrioti’“. Così Giorgia Meloni replica al Senatùr, che ha accusato Matteo Salvini di aver reciso il filo con il Nord e di voler rovinare il Carroccio puntando troppo sul nazionalismo. Ospite a SkyTg24, la leader di FdI taglia corto sul fatto che i numeri parlano chiaro: i risultati delle urne, al contrario di quello che obietta Bossi, premiano la Lega salviniana così come il suo partito.
Oggi aprirà la “National Conservatism Conference” con Orban e Abascal

“Penso che conservatori di ogni latitudine, patrioti, sovranisti – poi ognuno li chiama come vuole – stiamo tutti combattendo a livello globale tutti per lo stesso scopo, la difesa della sovranità nazionale, dell’economia reale, dei valori come la famiglia“. Così la Meloni sottolinea il ruolo di FdI nello scenario sovranista globale. Stasera infatti inaugurerà i lavori della “National Conservatism Conference”, che vedrà la partecipazione, tra gli altri, del primo ministro ungherese Viktor Orban, del presidente di Vox Santiago Abascal e il presidente di Forum voor Democratie Thierry Baudet Ci saranno anche il presidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, Ryszard Legutko, e il filosofo israeliano Yoram Hazony. Poi domani volerà negli Stati Uniti: su invito di una Commissione di senatori e membri del Congresso la leader di FdI infatti parteciperà alla 68 esima edizione del ”National Prayer Breakfast”, storico evento annuale che vede come da tradizione la partecipazione del presidente degli Stati Uniti e al quale prendono parte ogni anno esponenti e personalità politiche di tutto il mondo.
“Abituata a fare gioco di squadra”

Alla conferenza dei conservatori ci sarà anche Salvini e la Meloni torna a far presente che all’indomani del voto in Emilia-Romagna tutti hanno cercato di seminare zizzania nel centrodestra. Ma lei non ci sta: “Io sono abituata a fare gioco di squadra e per me la compattezza di una squadra si vede quando si perde. In Emilia Romagna non abbiamo vinto anche se la conferma della sinistra, in quella che è storicamente la sua roccaforte e cassaforte, presentandola come se fosse una debacle del centrodestra, mi sembra una lettura un po’ forzata. Comunque voglio ricordare che, nell’ultimo anno e mezzo, il centrodestra ha vinto in otto regioni e la sinistra in una sola”.
Alle prossime regionali “i patti si mantengono”

“Il piano degli accordi per le candidature nel centrodestra nelle sei regioni dove quest’anno si andrà a votare non credo che verrà rimesso in discussione. Perché i patti si mantengono”, conferma poi la Meloni. “Io ho sempre mantenuto la parola data. Mi aspetto che gli altri facciano altrettanto. Non credo che ci saranno problemi, rispetto al fatto che noi abbiamo detto che ci sarebbero stati due candidati presidenti di FdI: uno nelle Marche e un altro in Puglia. Vorrei ricordare che la Lega governa, in termini numerici, una cosa come 19 milioni di cittadini. Forza Italia, con i suoi presidenti di regione, ne governa 7 milioni e mezzo. FdI che è diventato il secondo partito del centrodestra, si ferma a un 1,3 milioni di cittadini, ovvero solo in Abruzzo. Mi pare ci sia una sotto-rappresentazione di Fratelli d’Italia”, conclude.

Adolfo Spezzaferro