La pandemia aumenta le diseguaglianze tra poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi

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Cresce in tutto il mondo la povertà assoluta, le persone che soffrono la fame, che perdono il lavoro. In una economia capitalistica la recessione economica colpisce innanzitutto le fasce più deboli, i lavoratori precari e marginalizzati, il Sud del mondo più del Nord, le piccole imprese più delle grandi multinazionali.

Milena Gabbanelli ci informa che se c’è una cosa che il Covid-19 non ha fermato, è la crescita della ricchezza dei miliardari. Solo negli Stati Uniti, dal 18 marzo al 15 settembre la ricchezza di 643 persone è cresciuta complessivamente di 845 miliardi di dollari. Contemporaneamente 50 milioni di lavoratori perdevano il lavoro (14 milioni sono ancora disoccupati) e ottenevano sussidi dal governo.

Anche in Italia i miliardari da Aprile ad ora sono passati da 36 a 40.

Secondo il calcolo di Oxfam un aumento dello 0,5% della tassazione a carico dell’1% più ricco del mondo, consentirebbe in dieci anni di pagare 117 milioni di posti di lavoro nella scuola e nell’assistenza e cura di anziani e malati. Maggior peso fiscale sui ricchi, inoltre, toglierebbe un po’ di peso dalle tasse sul lavoro.

La questione è mondiale ma riguarda anche l’Italia.
Siamo proprio sicuri che per affrontare la crisi si debba solo fare debito che ricadrà sulle generazioni future e non si debba anche ridistribuire la ricchezza chiedendo a chi può di pagare di più, di dare almeno un contributo di solidarietà.
Inoltre che fine ha fatto la lotta all’evasione fiscale?

Indignarsi non basta, avrebbe detto il compagno Pietro Ingrao.
Ma se non c’è una forza politica che denuncia queste contraddizioni laceranti per suscitare indignazione e quindi lotta e impegno per fare proposte e cambiare la realtà tutto rimarrà così com’è, scandalosamente ingiusto.
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