La piroetta di Nardella: da #abbracciauncinese alle telecamere anti-movida in tutta Firenze

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C’è Nardella e Nardella, signori miei. A seconda dei momenti e delle situazioni. C’è quello inzuppato di sufficienza e di retorica antirazzista, mondialista e buonista. Colui che mostra tra sorrisi e sberleffi il glabro petto alla telecamera e lancia il suo hashtag in faccia ai sovranisti brutti, sporchi e cattivi. E poi, però, palesatasi davvero la possibile catastrofe, ecco l’altro: un tremulo tribuno, pallido e allampanato, tappato in casa, che ordina, sempre via social, di sciogliere e vietare ogni assembramento. Da tuttiabbracciati a tuttichiusiincasa. Al funambolico Dario Nardella, sindaco di Firenze per volontà del suo mentore Matteo Renzi (dal quale finge di essersi allontanato), è riuscita in queste ore una difficile piroetta. È passato da #abbracciauncinese contro chi chiedeva solo attenzione, cautela e controlli sui rientri dalla Cina, alle telecamere in tutta la città in funzione anti-movida. Tutti a casa, nemmeno le passeggiate. Poco più di cinque settimane. Tanto è bastato al sindachino fiorentino per passare dall’anatema contro il becero “razzismo psicologico” all’attivazione di un nuovo software comunale per stroncare ogni assembramento o tentativo di socialità tra i suoi concittadini. Con nonchalance, ovviamente. Come se nulla fosse e nessuno ricordasse. Ecco, noi vogliamo credere che Nardella Dario, pro-tempore sindaco della città di Dante, l’abbia imparata davvero la lezione. Che non faccia più il furbetto saputello e strafottente. Perché ora a farla da padrone non è la sua ridicola retorica, ma la paura e il dolore. E a suggerire le soluzioni migliori non è il tornaconto o il calcolo politico, ma la scienza e la coscienza di ognuno. Dato per cui ci si ricorderà ovunque di atteggiamenti e comportamenti. Anche a Firenze.  fonte  https://www.secoloditalia.it/