LA POLITICA NON È UN COMITATO TECNICO SCIENTIFICO

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Nell’ultima informativa di Giuseppe Conte al Senato il “comitato tecnico scientifico” compare ben cinque volte. Sono tante, fino a qualche settimana fa non era così: da quando i suoi errori si sono fatti più evidenti e le relative critiche più pressanti, il presidente del Consiglio ha preso a citare ossessivamente quel manipolo di esperti in ogni dichiarazione pubblica. È come se volesse mettere le mani avanti. Come se, ora, sentisse il bisogno di far legittimare da una scienza presuntamente univoca ed esatta decisioni di natura eminentemente politica.

Ovvio, i politici non si intendono virologia. Ma se è per questo in molti casi si intendono poco anche di economia. Cosa avremmo pensato se nel pieno della crisi finanziaria iniziata nel 2007-2008 un capo di governo si fosse fatto scudo non della propria volontà ma di un ipotetico comitato di economisti? Avendo a che fare con un virus, evidentemente, l’evocazione di un gruppo di “competenti” estranei alla politica suona meglio. Ma, a parte il fatto che, come dimostra il conflitto tra il governatore Zaia e il premier Conte, i comitati tecnico scientifici non hanno necessariamente visioni univoche, un sottile senso di imbarazzo assale comunque chi si ostina a teorizzare la necessità del primato della Politica. Una politica che abbia l’umiltà di confrontarsi con gli esperti, ovviamente, ma anche la forza di non delegare loro scelte che le competono in via esclusiva. I tecnici servono, i tecnocrati no. Il tecnico è quello che consiglia il politico; il tecnocrate è quello che ne ricopre le funzioni.

Mai come oggi abbiamo capito che uno non vale uno e che la competenza è necessaria. Ma ad essere necessaria è la competenza politica. E la politica, diceva il cancelliere Bismarck, “non è una scienza, come molti signori professori s’immaginano, ma un’arte”. Amava ripeterlo anche Francesco Cossiga, che per arte intendeva un misto di esperienza, capacità, fantasia ed intuizione. Chi non crede all’arte politica non si scandalizza di fronte alle giunte golpiste in cui la Difesa è affidata a un militare, la Sanità a un medico, la Scuola ad un insegnante… Chi non possiede l’arte politica non si imbarazza nel farsi scudo di un comitato tecnico scientifico.

Andrea Cangini