La Polizia antisommossa rimane un po’ sorpresa, in bene, dall’atteggiamento mite

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tratto da “L’ultima fila in alto”

Col libro “L’ultima fila in alto”, Gianluca Bordiga si presenta in veste di scrittore; un’autobiografia che sostanzialmente è una narrazione molto suggestiva, che inizia con la storia della sua famiglia d’origine, quella di suo papà, cresciuta in tempi drammatici, dal 1925. Una narrazione che man mano tratta l’impegno pubblico dell’autore, iniziato nell’agosto 1985 e mai finito; fino a raccontare le vicende dei giorni nostri che vedono Gianluca sempre concentrato in prima persona nella difesa del patrimonio ambientale del bacino imbrifero del Chiese, terra delle sue origini. La prima presentazione del libro è programmata per l’ultimo fine settimana di novembre, a Torino, presso Venaria. Il linguaggio usato dall’autore è attraente, dolce, scorrevole. Gianluca, in un passaggio del libro, racconta come l’organizzazione unitaria denominata “Coordinamento delle Pro Loco del Lago D’Idro”, costituitasi nel 2003, nell’estate del 2006 arrivò alla forte decisione di tentare di fare una manifestazione a Roma il ventisette luglio, in piena estate, col rischio di fare un flop. Gianluca, nella veste di Portavoce del Coordinamento, chiede e ottiene per quel giorno un appuntamento col Presidente della Camera dei Deputati. Si chiede alla Questura di Roma l’autorizzazione a manifestare con un gruppo di circa cinquanta persone in Piazza di Montecitorio; la Questura autorizza. Il Presidente della Camera è l’onorevole Bertinotti, concede l’udienza da tenersi nel primo pomeriggio. Al che si prepara un faldone con i documenti essenziali ad illustrare il caso dello sfruttamento innaturale ed abnorme del Lago, verrà consegnato direttamente nelle mani del Presidente della Camera; dentro il faldone viene messa anche una Bandiera di “Salviamo il Lago”. Il viaggio si farà con un pullman da cinquantadue posti, che partirà alle ore venti da Idro la sera del ventisei luglio, si tornerà la sera del ventisette viaggiando sempre di notte. Si aprono le iscrizioni, il pullman viene riempito facilmente in pochi giorni. Arriva il giorno della partenza, a salutare il gruppo che parte ci sono almeno il doppio di quanti sono iscritti ad andare, c’è una tale euforia in tutti che è emozionante, si percepisce a pelle l’aspettativa nel successo della missione. E va, la missione a Roma parte. Si fanno due soste sull’autostrada, al mattino poco prima delle otto il pullman arriva a Roma, entra in centro con i mezzi pubblici fino a dove è consentito, poi il gruppo prosegue a piedi per tutto il tragitto, la manifestazione è autorizzata dalle undici fino alle sedici, il gruppo è “armato” con le Bandiere belle e nuove di “Salviamo il Lago”. Arriva in Piazza Montecitorio, c’è la Polizia antisommossa ad aspettare; il loro capo rimane un po’ sorpreso, in bene, dall’atteggiamento mite della manifestazione; avevano equivocato il senso della manifestazione, probabilmente perché loro a Roma sono abituati a manifestazioni non proprio pacifiche, mentre questa ha solo le grandi e belle Bandiere, ed un megafono. Il responsabile della squadra antisommossa parla con Gianluca, responsabile della manifestazione, si rende conto della mitezza, questa è una situazione assolutamente tranquilla. Consentono alla manifestazione di posizionarsi in centro alla Piazza, un po’ distanti ma proprio dirimpetto al portone principale di Montecitorio, chiunque esce non può non vedere la manifestazione, pur essendo modesta come entità numerica. Si allestisce lo spazio concesso, mettendo tante Bandiere, il clima è molto bello, festoso. Dal megafono vengono pronunciate le ragioni di difesa del patrimonio ambientale del Lago D’Idro. Vari parlamentari escono per capire, è giunta voce dentro, e si avvicinano, fanno domande. Arriva una telefonata del segretario personale del Presidente della Camera, che chiama Gianluca e gli dice che il Presidente purtroppo non riesce a ricevere la delegazione della manifestazione, il motivo è comprensibile, il Presidente non vuole abbandonare la seduta perché c’è nell’aria una crisi di Governo. Al che gli dice che scende lui in piazza a incontrare Gianluca ed i manifestanti, e a ritirare il faldone per il Presidente. Tempo una mezzora e arriva, infatti, il segretario personale del Presidente Bertinotti, accompagnato da due persone, uomini, si trattiene una decina di minuti in mezzo alla manifestazione, prende il faldone. Esce anche il segretario della Commissione Ambiente della Camera, onorevole Piazza, Deputato dei Verdi, membro della maggioranza, e poi il dottor Vizzaccaro, consulente legislativo della Commissione agricoltura della Camera; entrambi si trattengono parecchio tempo con i manifestanti, fanno tante domande, prendono appunti. Gianluca e gli altri della delegazione del Coordinamento spiegano a fondo la situazione drammatica in cui gli speculatori hanno ridotto il Lago nell’arco di 90 anni di gestione innaturale. L’onorevole Piazza dice che vuole aiutarci, e infatti mantiene la parola, da lì inizia una sua frequentazione del Lago D’Idro, che l’anno successivo porterà molto bene a questa battaglia, sfocerà in una vittoria storica meravigliosa, col ripristino del deflusso ecologico all’incile del Lago, dove inizia l’emissario Fiume Chiese, che era in secca dall’inizio del secolo.
Aruspex