La proposta di Beppe Ghisolfi a Mario Draghi: un miliardo per l’educazione finanziaria

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Il Banchiere scrittore si rivolge al Premier incaricato dal Presidente Mattarella con un appello a rendere l’alfabetizzazione economica definitivamente centrale nella formazione di giovani e famiglie per la difesa e la valorizzazione del risparmio come risorsa primaria per far ripartire la macchina produttiva del Paese

Un miliardo di ottime ragioni a sostegno dell’educazione Finanziaria e del suo stabile e definitivo inserimento della programmazione didattica e formativa in generale degli studenti e anche delle loro famiglie. Un miliardo di euro è lo stanziamento contenuto nella proposta – richiesta, a favore di tale disciplina, che il Banchiere e scrittore Beppe Ghisolfi indirizza a palazzo Chigi, all’attenzione del nuovo Premier Mario Draghi, indicato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a guidare l’imminente Governo di unità nazionale.

Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea dal 2012 al 2019 e creatore del Quantitative easing, il programma di acquisto massivo dei titoli di Stato che ha permesso il salvataggio delle economie della UE e il drastico calo del costo del debito pubblico, si è ulteriormente contraddistinto per una serie di interventi che ne hanno ribadito il pensiero a favore della creazione di un ambiente ottimale per realizzare le prospettive delle giovani generazioni attraverso il cosiddetto “debito buono”, ossia un piano di investimenti pubblici che puntino su alta formazione e innovazione.

Un contesto favorevole alla stabile affermazione della disciplina dell’educazione Finanziaria come materia con autonoma dignità e in grado, come programma scolastico, di orientare le nuove generazioni verso l’attenzione e la cura dei risparmi personali e familiari con lo stesso livello di concentrazione dedicato magari alla scelta dell’ultima App o dell’ultimo modello di telefono mobile.

Se facciamo le comparazioni fra la proposta del Banchiere scrittore fossanese, attuale vicepresidente e tesoriere del gruppo europeo delle casse di risparmio, e una stima dei costi diretti e indiretti della mancata educazione finanziaria, questi furono quantificati dall’allora governo federale americano di Barack Obama, che nel 2013 istituì il mese dell’educazione Finanziaria negli Stati Uniti d’America, in circa 1600 dollari, ossia 1300 euro, a persona, in termini di mancato investimento redditizio del proprio risparmio o di investimento non corretto o non consapevole. Un costo sociale enorme, se si considera la necessità che l’enorme massa finanziaria, accantonata e non spesa dalle famiglie nei mesi orribili del covid e del lockdown, rappresenta a oggi il solo polmone finanziario dedicabile al rilancio e alla ripartenza del Paese.