La ripartenza deve essere green

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Se dobbiamo riprendere a lavorare, tornare a spostarci, riappropriarci delle vecchie abitudini, dobbiamo farlo ripensando e riprogettando. In meglio. Quindi con soluzioni che possano garantirci la sicurezza dal contagio ma anche la riduzione dell’inquinamento e delle emissioni. La proposta la avanza Legambiente, che suggerisce una serie di misure concrete per ridisegnare la mobilità post Covid-19. “Se c’è una cosa positiva che l’emergenza ha determinato è il miglioramento della qualità ambientale, il minore impatto dell’uomo causato dal lockdown ci sta facendo vedere come potrebbe essere il mondo – spiega Andrea Minutolo, coordinatore scientifico dell’associazione -. Quelle che saranno la fase 2, la fase 3, i periodi che ci riporteranno alla normalità li dobbiamo immaginare in condivisione con le altre realtà naturali. Temiamo che verranno riproposte le vecchie ricette del passato che ci hanno portato a tutti i disagi che conosciamo, sentiamo parlare di incentivi all’uso dell’auto privata, di condoni. E invece occorre ripartire con una nuova mentalità e un nuovo approccio. Questa è una grande occasione per cambiare strada e scegliere quella green”.

Per questo Legambiente ha scritto una lettera ai sindaci delle città italiane e al presidente dell’Anci Antonio Decaro indicando un pacchetto di provvedimenti sostenibili e concreti per evitare che l’auto, le moto e gli scooter, siano per i cittadini la soluzione più sicura per proteggersi dal virus e per spostarsi dentro e fuori l’area urbana. “Cari Sindaci, non vi limitate all’ordinario, non restituiteci le vecchie città – scrive l’associazione -. Il vostro mestiere richiede visione di futuro, soluzioni inedite, capacità di guidare la comunità verso frontiere nuove. E oggi che tutti abbiamo sperimentato una condizione eccezionale, non c’è momento migliore per osare lo straordinario. Insieme ce la possiamo fare”.

Nel pacchetto mobilità, ci sono i mezzi pubblici più sicuri attraverso monitoraggi, controlli e tornelli per contingentare gli ingressi e garantire le distanze. E poi più bici e nuove ciclabili nelle aree urbane, il rafforzamento della sharing mobility (auto e scooter elettrici, bici, e-bike, e monopattini), la rottamazioni delle auto per avere in cambio mobilità sostenibile e bonus green, l’incentivazione dello smart working, con vantaggi fiscali per le aziende e i lavoratori che lo scelgono. “I dati delle Arpa ci dicono che la qualità dell’aria nelle città a marzo e aprile è notevolmente migliorata – prosegue Minutolo -. Gli ossidi di azoto sono calati del 30, 40, 50 percento, meno netta è stata la diminuzione delle polveri sottili, un fenomeno più complesso. In Italia muoiono ogni anno dalle 60mila alle 80mila persone a causa dell’inquinamento, una pandemia in atto da decenni che fa meno scalpore di quella del Coronavirus. E quelle morti sono solo la punta dell’icerberg delle malattie e delle fragilità strutturali legate all’inquinamento atmosferico, fragilità per le quali un virus potente come il Covid-19 ha fatto più danni di quanti ne avrebbe fatti in una popolazione più forte”.

Secondo Legambiente, le misure proposte sono attuabili in pochi mesi, con risorse relativamente contenute e alcune disponibili, perché si tratta di attuare provvedimenti già previsti. Per esempio, per la realizzazione di nuove piste ciclabili, c’è la legge di Bilancio 2020 nella quale sono stati stanziati 150 milioni di euro per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani. Diverse città del mondo, da Montpellier a Berlino, da Bogotà a Vancouver, si stanno attrezzando con strisce di vernice e cordoli di protezione con conetti provvisori, o allargando le piste con nuove strisce laterali. Sul fronte dei mezzi pubblici, man mano che le città ricominceranno a muoversi, si dovranno programmare con attenzione le corse, garantire le distanze di sicurezza, bisognerà ripensare anche gli orari delle città per evitare congestione e traffico nelle ore di punta. “Sarà inoltre fondamentale un continuo e attento monitoraggio, sia dei mezzi che delle stazioni – aggiunge Minutolo -, dove si dovranno introdurre controlli e tornelli per contingentare gli ingressi oltre a garantire una quotidiana sanificazione. Ma sarà anche necessario incentivare il lavoro agile per riorganizzare la gestione dell’amministrazione pubblica e aiutare tutte le attività che scelgono di andare in questa direzione. Serviranno risorse, ma soprattutto idee nuove e andrà coinvolto il governo, ma esistono tutte le possibilità per premiare con vantaggi fiscali sia le aziende che i lavoratori che decideranno di puntare su soluzioni innovative di smart working e mobility management di comunità”.

Stesso discorso per aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile. Il decreto Clima approvato a dicembre scorso prevede 75 milioni di euro per il 2020 e 180 milioni per le annualità successive destinati alle famiglie che rottamano una vecchia auto che non può più circolare, per acquistare abbonamenti, e-bike e sharing mobility. Si tratta delle alternative più efficienti all’auto privata in città, per chi non vorrà prendere i mezzi pubblici: auto (meglio elettriche), bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini. Per Legambiente, i Comuni dovranno stringere accordi con le imprese per avere più mezzi e in più quartieri, a costi molto più contenuti: “Serviranno risorse, ma il servizio potrà avere grande successo e in parte ripagarsi – conclude Minutolo -. In ogni caso saranno soldi ben spesi quelli per potenziare il servizio, perché avremo offerto mobilità sostenibile a buon mercato a milioni di cittadini”.