LA RUSSIA TORNA A STRASBURGO

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Una battaglia procedurale durissima. Una lotta sul filo del regolamento. Ogni tecnica di ostruzionismo. Tanto “filibustering” appreso in 46 parlamenti diversi. Gli avversari della Russia sono molto agguerriti, cavillo dopo cavillo, interruzione dopo interruzione. Gli onorevoli ucraini, baltici, polacchi, georgiani e britannici sono particolarmente intransigenti. Ma si va avanti.
Al Palazzo d’Europa di Strasburgo, sede dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, decidiamo in queste ore calde la riammissione della Federazione Russa nell’organo rappresentativo di questa organizzazione che in settant’anni ha costruito il terreno comune dei diritti e delle libertà del continente.
Il voto dei parlamentari del Movimento 5 Stelle in commissione è fin qui risultato decisivo per respingere molti emendamenti che avrebbero impedito questa grande operazione di ricomposizione paneuropea. Ora la discussione si sposta in Aula, dove si voterà fino a notte fonda.
Sono stupendi i conservatori britannici. Furono decisivi qualche anno fa per escludere dal voto i parlamentari russi, così che la Russia – una volta esclusa – non ha pagato la sua quota di partecipazione al Consiglio d’Europa (un bel pezzo del bilancio). Ebbene, i bravi Tories ora vogliono impedirne il ritorno “perché i russi sono morosi”. Mi ricordano il giovanotto che aveva accoppato i genitori ma alla corte chiedeva clemenza “in quanto orfano”.
Passeranno anche queste schermaglie, e contribuiremo a normalizzare le relazioni intraeuropee.