La Sea-Watch 3 ha soccorso 363 naufraghi

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Ed ha stabilizzato un’imbarcazione in pericolo con 90 persone a bordo tra il 26 e il 28 febbraio. Ad oggi ancora si attende che sia indicato un posto sicuro di sbarco, nonostante che le condizioni meteo siano peggiorate e a bordo ci siano 47 donne (tra cui alcune in stato di gravidanza) e 120 minori non accompagnati.
Sarebbe un segno importante rispettare la legge del mare e le convenzioni internazionali consentendo lo sbarco in sicurezza dei naufraghi, senza allungare inutilmente i tempi della sofferenza e del disagio.
Per alcuni mesi due navi di Sea Watch erano state sottoposte a fermo amministrativo, impedendo così la loro attività di ricerca e salvataggio.
Il Tribunale amministrativo regionale di Palermo, nel suo consueto ruolo di supplenza e correzione, ha sospeso il fermo che bloccava Sea-Watch 4 da sei mesi nel porto di Palermo, in attesa che la Corte di Giustizia Europea si pronunci sul caso, dato che a dicembre lo stesso TAR aveva rimesso al giudice europeo i ricorsi per Sea-Watch 3 e 4.
Nelle situazioni di emergenza, come affermato espressamente dal TAR, la sicurezza della navigazione è garantita dallo Stato di bandiera e dal Comandante ed il trasporto dei naufraghi dovrebbe essere limitato al tempo strettamente necessario al loro sbarco in un luogo sicuro. Alle due navi era stato infatti contestato di trasportare troppe persone, come se si potesse decidere quanti naufraghi salvare.