La serenità interiore m’ha favorito nella stesura del libro

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Intervista a Gianluca Bordiga,
autore del libro “L’ultima fila in alto”, di prossima uscita

1. Se iniziasse oggi la stesura del Suo libro cosa cambierebbe?
Sono convinto che non ne cambierebbe il contenuto, perché se rivolgo lo sguardo addietro ho conferma che la parte del libro che tratta la tematica della difesa del territorio, ovvero del Lago D’Idro e del suo Fiume Chiese successivamente a cui ho riservato più della metà del libro, è attualissima; è un passaggio che racconta i principali retroscena di questa annosa battaglia, che personalmente ho iniziato in prima persona nel 1985, e nel contempo progetta il futuro, ovvero la continuità finalizzata a concretizzare il felice processo culturale unitario delle varie comunità che abitano il bacino idrografico del Chiese; è un processo di spessore antropologico, che pertanto necessità soprattutto della perseveranza nella continuità e nella coerenza dello scopo finale, che è quello di instaurare la consapevolezza che se tutte le genti del Chiese si danno un’identità unitaria questo ambiente verrà rigenerato e sarà fonte di felicità del vivere quotidiano.
2. Il Covid avrebbe o ha influito, e se si in che senso?
Per il rispetto che ho da subito portato verso le necessarie restrizioni da osservare al fine di difendersi dal Covid, mi sono imposto una serenità interiore, che m’ha favorito nella stesura del mio primo libro, “l’ultima fila in alto”; ed ha sorpreso anche me stesso per il tempo breve che ho impiegato; ero privo di esperienza su questa attività di scrittura impegnativa, e mi sono imposto la concentrazione di riuscire a scriverne un tratto ogni giorno, costantemente, e così facendo il testo l’ho iniziato il 3 marzo 2020 e l’ho concluso il 30 giugno dello stesso anno, attingendo solo alla mia personale memoria mentale, facendo mente locale delle decine di situazioni vissute, di emozioni contrastanti.

3. Come si può far giungere il grido delle acque ammalate ai giovani?
Nell’attività che si fa in difesa dell’acqua dolce, sia per assicurarne il deflusso ecologico nei corsi d’acqua e negli specchi d’acqua, sia per cercare di arrivare ad estinguere ogni forma d’inquinamento, spesso si usa l’allarme della necessità d’essere responsabili verso le future generazioni, ma questo tema specifico della salvaguardia dell’acqua dolce i giovani lo conoscono ancora troppo poco per comprenderne l’urgenza; e qui devo registrare la carenza del ruolo scolastico, perché la scuola ne parla poco mentre è un aspetto vitale dell’uomo e dovrebbe avere uno spazio dominante nella vita, nella didattica di ogni ordine e grado; per cui, i giovani vanno coinvolti, iniziando con ordinarie e fitte conferenze di esperti dentro gli stessi istituti scolastici, che siano attraenti e rendano protagonisti proprio iniziando dai bambini e così via.

4. Come può la cultura aiutare a propagandare la sensibilizzazione della salvaguardia dell’acqua pubblica, verso tutti?
La Cultura è il motore della vita, universale, è tutto, è l’igiene mentale, ad esempio la Cultura della pazienza per chi assiste gli ammalati o gli anziani in genere, oppure altro esempio la Cultura del dovere per l’osservanza delle Leggi comprese quelle morali a cui tutti gli uomini dovrebbero attenersi per vivere in pace; la Cultura sfocia spesso nell’espressione letteraria e artistica, come le poesie, i romanzi, i dipinti ed altro; i Governi, tutti, ed ogni pubblica Amministrazione, almeno, e meglio ancora se lo facessero anche le imprese private, dovrebbero già da domani produrre Bandi per incentivare il pensiero ambientalista dentro ogni ganglio della società; perché si deve riuscire a rendere il concetto ambientalista, ovvero amore e cura per gli elementi della natura, un patrimonio culturale com’è normalmente l’espressione del saluto e del grazie tra le persone; l’ambiente non deve dividere, c’è chi se ne occupa da sempre, ed è un bene, ma dobbiamo agire affinché non sia mai prerogativa di uno schieramento specifico.

5. E la politica è sensibile oppure il loro interessamento è solo clientelare?
La politica riflette il grado culturale della società, se e quando ci sarà una diffusa Cultura ambientalista avremo anche una Politica efficiente ad arrestare il degrado dell’ambiente; attualmente la scadente politica, ad ogni livello, nessuno escluso purtroppo, è anche inadeguata a capire le varie drammatiche criticità ambientali, e di conseguenza spreca enormi quantità di Denaro Pubblico, finanziando interventi sbagliati o inutili ed anche talvolta speculativi; ne posso parlare in ragione d’una precisa conoscenza pluridecennale, in quanto ho denunciato delle situazioni e tutt’ora insieme a formazioni sociali ambientaliste stiamo agendo per impedire nuove e gravissime situazioni speculative, verso corsi d’acqua e specchi d’acqua, purtroppo in contrasto con lo stesso Ministero dell’Ambiente ed anche con altre Pubbliche Amministrazioni a vari livelli, e questo non dovrebbe accadere, la Pubblica Amministrazione dovrebbe essere l’esempio, ovvero fonte di Cultura.

Intervista di Aruspex.