La strage di via D’Amelio è uno dei capitoli più dolorosi della nostra storia

0
148
capaci

Dopo neanche due mesi dalla bomba che fece saltare in aria l’autostrada a Capaci, un altro ordigno uccise il magistrato antimafia Paolo Borsellino e con lui i componenti della sua scorta

Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.
La mafia credeva che uccidendo uomini come Falcone e Borsellino avesse vinto. E invece era solo l’inizio della loro fine. Lo Stato ha reagito perfezionando una normativa per contrastare il fenomeno mafioso, agendo sul welfare e sul piano sociale.
Con la decisione della Commissione Antimafia di desecretare documenti acquisiti nel corso di inchieste svolte dal 1963 al 2001, il Parlamento sta portando avanti un prezioso lavoro, partendo proprio dalle audizioni del giudice Borsellino.
Tuttavia, la criminalità organizzata è tutt’altro che sconfitta. La mafia si ripresenta di continuo con volti e forme diversi, in maniera sempre meno “tradizionale” e cinematografica, ma non per questo meno pericolosa.
Ognuno di noi è chiamato ogni giorno a rinnegare il fenomeno mafioso e la mentalità mafiosa in ogni piccolo gesto e scelta quotidiana. Solo così si sconfigge la mafia definitivamente.
Commemorare uomini come Paolo Borsellino deve significare far seguire i fatti alle parole, altrimenti non si onorerà mai veramente la sua memoria e quella delle persone come lui che hanno forgiato lo Stato italiano. Non dimentichiamolo mai.

Andrea Caso