La temperatura media globale viaggia verso un aumento di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali

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La temperatura media globale viaggia verso un aumento di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali

Ed è molto probabile che si tocchi questo picco nei prossimi 5 anni. A dirlo un mini-rapporto, un aggiornamento, sul clima messo a punto dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo).

L’Agenzia delle Nazioni Unite spiega che almeno un anno tra il 2021 e il 2025 ha “una probabilità del 90% di diventare il più caldo in assoluto mai registrato”.

Nel periodo 2021-2025, è probabile inoltre che le regioni ad alta latitudine e il Sahel siano più umidi e vi sia una maggiore probabilità che si verifichino cicloni tropicali nell’Atlantico rispetto al recente passato (definito come la media 1981-2010). “Queste sono più di una semplice statistica”, ha dichiarato il segretario generale dell’OMM Petteri Taalas.

“L’aumento delle temperature significa più ghiaccio che si scioglie, livelli del mare più elevati, più ondate di calore e altre condizioni meteorologiche estreme e maggiori impatti sulla sicurezza alimentare, sulla salute, sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile”, ha affermato.

L’allarme dell’Organizzazione meteorologica mondiale WMO

“Questo studio dimostra – con un alto livello di accuratezza scientifica – che ci stiamo avvicinando inesorabilmente all’obiettivo inferiore dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. È l’ennesimo campanello d’allarme di cui il mondo ha bisogno per impegnarsi a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e raggiungere la neutralità in termini di carbonio“, ha aggiunto Taalas.

Nel 2020 – uno dei tre anni più caldi mai registrati – la temperatura media globale è stata di 1,2 °C al di sopra della linea di base preindustriale, secondo il rapporto dell’OMM sullo stato del clima globale 2020, pubblicato ad aprile. Lo studio ha evidenziato l’accelerazione degli indicatori del cambiamento climatico come l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento del ghiaccio marino e i fenomeni estremi, nonché il peggioramento delle conseguenze sullo sviluppo socioeconomico.

L’accordo di Parigi mira a mantenere l’aumento della temperatura globale in questo secolo ben al di sotto dei 2°C gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali e a proseguire gli sforzi per limitare ulteriormente l’aumento della temperatura a 1,5 °C. Gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni, noti come contributi determinati a livello nazionale, sono attualmente ben al di sotto di quanto necessario per raggiungere questo obiettivo.

Filippo Limoncelli