La Ue attende i piani nazionali per il clima e l’energia

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Secondo Bruxelles, i pur buoni piani nazionali in materia di energia e clima per il 2030 presentano margini di miglioramento sotto diversi aspetti e su questi occorrerà lavorare. L’Unione europea è la prima grande economia ad adottare un quadro giuridicamente vincolante per tener fede agli impegni assunti con l’accordo di Parigi ed è la prima volta che gli Stati membri elaboreranno proposte di piani nazionali integrati per l’energia e il clima (Pnec). I contributi verso le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica previsti attualmente dai vari progetti non sono tuttavia sufficientemente ambiziosi da permettere all’Ue, nel suo insieme, di raggiungere gli obiettivi che si è data in materia di energia e clima; per fare ciò sarà necessario un salto di qualità corale e condiviso.

La Commissione ha analizzato le proposte dei diversi piani nazionali valutando il contributo aggregato verso gli obiettivi dell’Unione dell’energia e i traguardi per il 2030, ma allo stato attuale le idee di Pnec presentano contributi insufficienti sia per le fonti rinnovabili sia per l’efficienza energetica: in relazione alle prime, la lacuna da colmare potrebbe arrivare a 1,6 punti percentuali; per l’efficienza energetica, potrebbe addirittura essere di 6,2 punti percentuali (se si considera il consumo di energia primaria), o di 6 punti percentuali (se ci si attiene al consumo di energia finale).

Tutti gli Stati membri dispongono ancora di sei mesi per innalzare il livello di ambizione sul piano nazionale. A tal fine, la Commissione europea intende aiutare gli Stati membri a mettere a punto i progetti entro fine 2019 e ad attuarli efficacemente negli anni successivi. Le iniziative nazionali dovrebbero offrire chiarezza e prevedibilità alle imprese e al settore finanziario al fine di stimolare gli investimenti privati necessari. In questo modo sarà più agevole la programmazione dei finanziamenti nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale 2021-2027. La normativa europea sull’Unione dell’energia impone agli Stati membri di tenere in debita considerazione le raccomandazioni della Commissione o, in caso contrario, di pubblicare la motivazione. Gli Stati membri sono inoltre tenuti a coinvolgere i cittadini nella preparazione dei piani definitivi entro fine anno.

Il termine per la presentazione dei programmi definitivi è fissato al 31 dicembre 2019. Le raccomandazioni e la comunicazione appena presentate dalla Commissione sono tasselli del processo interattivo instaurato con gli Stati membri che permetterà a ciascuno di essi di redigere entro tale data un Pnec definitivo sufficientemente dettagliato, solido e ambizioso. La Commissione europea è pronta ad assistere ciascun Paese nella messa a punto delle iniziative, muovendo dal processo cooperativo realizzato finora. Il nuovo regolamento sulla governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima prende il via del pacchetto Energia pulita, entrato in vigore il 24 dicembre 2018.

“Lo scorso novembre la Commissione ha proposto che l’Unione europea raggiunga l’impatto climatico zero entro il 2050 – ha detto il commissario responsabile per l’Azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Canete -. Ha mostrato la via da seguire e si è messa alla guida del processo. E’ positivo constatare che un numero sempre maggiore di Stati membri la segue alla ricerca di tale obiettivo. Valutate le proposte di piani nazionali presentate dagli Stati membri, giudico positivamente i notevoli sforzi compiuti. Ciò non toglie che, per incanalare l’Ue nella giusta direzione verso il contrasto dei cambiamenti climatici e la modernizzazione dell’economia, occorra alzare ancora nei piani definitivi il livello di ambizione. Invito il Consiglio ad avviare una discussione sulle principali priorità indicate dalla Commissione, così da aiutare la stesura di piani definitivi che presentino un adeguato livello di ambizione”.