L’acquisto da parte della famiglia Agnelli-Elkann del gruppo editoriale Espresso-Repubblica dovrebbe preoccupare

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Di sicuro non è una buona notizia per lavoratrici e lavoratori dato che solo la #Costituzione ha impedito a questi signori di cancellare qualsiasi spazio di agibilità per chi dissentiva nelle loro fabbriche. Siamo di fronte a un’ulteriore concentrazione dell’informazione italiana in poche mani. La Fiat è diventata Fca, ha spostato la sede legale all’estero per non pagare tasse in Italia, ma continuerà pesantemente a condizionare la vita e le scelte del nostro paese. La nostra sta diventando sempre più una #postdemocrazia. 30 anni fa la ex-sinistra italiana si consegnò a Repubblica-Espresso che da gruppo editoriale che dialogava con il movimento operaio divenne il vero partito egemone che ne ha promosso la mutazione genetica e lo smantellamento di ogni radice culturale e sociale di% classe. Ora il polo editoriale liberaldemocratico diventa diretta espressione della principale multinazionale nata nel nostro paese. Un tempo si usava l’espressione “giornali dei padroni” che più che ideologica era una constatazione sociologica che rimane attuale anche nell’epoca del finanzcapitalismo. Il mio prof liberalsocialista di storia del giornalismo Sergio Turone a lezione spiegava che il primo step per una lettura critica dei giornali e dei media era conoscerne la proprietà. In Italia si fa presto a ricostruire la mappa con buona pace del pluralismo. Si tratta di una questione di #democrazia e #lottadiclasse. Negli Stati Uniti il gigantesco movimento popolare che sostiene Sanders subisce un trattamento pessimo da parte dei media delle corporations che non tollerano un candidato presidente socialista. Corbyn viene letteralmente crocifisso. In America Latina gli oligopoli mediatici sono i principali artefici dei golpe più o meno soft in Brasile e Bolivia. In Italia il capitale è talmente egemone che di questo dominio neanche ci si accorge. #capitalismoreale