Lamorgese: “Con la pandemia impennata dei crimini online”

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Durante la pandemia i crimini online sono esplosi, gli unici reati che hanno visto un’impennata nel periodo di chiusura. Anche la criminalità organizzata, come noi, si è chiusa in casa e per raggiungere le persone ha fatto uso dello strumento che gli italiani utilizzavano per vivere”.

Lo ha detto il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese intervenendo a Firenze all’evento ‘Pensa 2040 Cultura e cittadinanza attiva come strumento chiave di lotta alla criminalità organizzata’.

Il ministro ha inoltre osservato che “la crisi pandemica ha certamente acuito i problemi. In un momento in cui le aziende sono in difficoltà economiche e le famiglie sono in difficoltà, è facile da parte delle associazioni mafiose intervenire come welfare alternativo”.

“Le mafie non si presentano più come una volta ma in modo subdolo – ha aggiunto il ministro – come un aiuto che viene dato alla famiglia senza interessi, invece gli interessi ci sono e sono altissimi, sia in termini economici che sociali. Senza rendersi conto di entrare in un circuito da cui è poi difficile uscire”.

“Son dell’idea che quando ci sono le risorse vadano date immediatamente soprattutto in momenti di bisogno, ma i controlli vanno fatti – ha aggiunto Lamorgese – c’è un’attività molto intensa, abbiamo fatto dei conti dedicati, dei protocolli d’intesa con Sace, l’Agenzia delle entrate e adesso ne stiamo facendo un altro con Cassa deposito e prestiti”.

“L’unica cosa che deve riaprire assolutamente è la scuola – ha detto il ministro Lamorgese – la scuola non è solo un momento di insegnamento – ha aggiunto il ministro – ma è un momento di aggregazione, è anche il momento dove gli insegnanti possono seguire i segnali di insofferenza dei ragazzi e segnalarli ai genitori”.

Sul tema delle mafie e del sequestro dei beni il ministro ha evidenziato che “occorrerebbe una procedura più veloce tra confisca e sequestro per dare a questi beni una collocazione diversa. Certamente dobbiamo studiare una opportunità di questo genere”. Il ministro si è riferito alla proposta avanzata dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, di lasciare sui territori parte dei proventi relativi ai beni confiscati alla criminalità.

“Di una cosa sono certa – ha concluso Lamorgese -, le amministrazioni locali vanno aiutate, ché tante volte non riescono a mantenere i beni”.

Parlando dei migranti il ministro ha ricordato che “ad Atene è stato preparato un documento comune tra i paesi del Mediterraneo, vorremmo che l’Europa fosse presente in misura maggiore, non c’è dubbio che l’Italia si senta sola come altri Paesi”. “Quando i migranti arrivano a Lampedusa non è certo perché vogliono rimanere in Italia – ha aggiunto – ma sono disperati per la loro condizione vogliono andare in altri Paesi europei”. “In Europa i paesi Visegrad ti dicono di no e ti dicono ti do le risorse e te la vedi tu – ha concluso – io voglio invece che qualcuno se ne prenda la responsabilità, non voglio solo risorse”.

Infine sullo Ius soli il ministro lo ritiene “un argomento sicuramente importante per cui è necessaria una grande condivisione in Parlamento”.