Lamorgese: “Sbarchi, i numeri attuali non rappresentano un’emergenza”

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“Sebbene ci sia una tendenza in aumento degli sbarchi autonomi rispetto al 2019, i numeri attuali non rappresentano un’emergenza: basta fare il raffronto con il 2011, l’anno delle primavere arabe, in cui arrivarono in Italia circa 30.000 tunisini mentre ora ne sono giunti 8.000 dall’inizio dell’anno. Le difficoltà sono di carattere logistico legate alle misure di profilassi sanitaria stabilite per il Covid 19”. Lo afferma la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in un’intervista a Repubblica.
“I risultati delle due missioni in Tunisia già si vedono: gli sbarchi sono passati da un totale di 4.226 a luglio a 1.976 di agosto. Sono ripresi i voli per un totale di 80 rimpatri a settimana: dall’inizio dell’anno sono stati 497 i tunisini rimpatriati, 261 solo ad agosto”, rileva Lamorgese. “Le autorità tunisine, dalla fine di luglio, hanno impedito la partenza via mare a circa 4.500 migranti, effettuando anche 50 arresti tra i responsabili del traffico. È chiaro però che la Tunisia non può essere lasciata sola ad affrontare questa grave crisi sociale ed economica”.
In merito allo scontro con il governatore Musumeci, “a parte il caso di Lampedusa, nel quale si registra un effettivo sovraffollamento, in Sicilia i grandi centri per la quarantena vengono utilizzati per un numero di migranti inferiore alla capienza: i trasferimenti in altre regioni sono stati 4mila dall’inizio dell’estate”, dichiara la ministra. “A Lampedusa tutti i migranti sono sottoposti al tampone: ne abbiamo fatti oltre 6.500 in tutta la Sicilia. Per alleggerire la pressione sull’hotspot da settimane ci sono due navi traghetto adibite per la quarantena dei migranti”.
Il nuovo decreto sull’immigrazione, aggiunge, “è pronto. Il testo è già stato trasmesso a Palazzo Chigi ed è il frutto di un tavolo con le forze di maggioranza che ho coordinato qui al Viminale”.
Sulle scuole, Lamorgese spiega che per settembre è stato impossibile spostare i seggi dalle aule. Tuttavia “ho istituito un gruppo di lavoro che, per le amministrative del 2021, sia in grado di individuare un numero molto più consistente di edifici pubblici non scolastici, o di beni confiscati alle mafie, che abbiano i requisiti necessari per ospitare i seggi”.