L’analisi della crisi di Forza Italia: giusta

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La stessa analisi che ho già fatto 3 anni fa. Quando dicevo quelle cose ero molto criticato dal gruppo dirigente di Fi. Allora solo Silvio Berlusconi era consapevole della crisi del suo partito. Ben venga adesso una presa di coscienza di alcuni dentro FI. In questi tre anni sono stati persi più di 4 milioni di voti. Forse se si fosse fatto qualcosa prima…

Il 4 marzo i due partiti sconfitti alle politiche sono stati PD e FI. Nel PD hanno discusso e cambiato il gruppo dirigente portando alle primarie 1,5 milioni di persone. In FI nulla. Il PD è passato dal 17 al 23%. FI dal 14 all’8%. Ecco perché è giusto fare una grande assemblea costituente aperta a tutta l’area liberale, popolare e riformista, per discutere la linea politica, e organizzare le primarie per definire la leadership. Questo mi aspetto da Toti, non una, ‘convention’ di amministratori e apparati di FI arrabbiati.

Devo riconoscere a Giovanni Toti il merito di aver riaperto la discussione, ma ora non si limiti a promuovere una scissione. L’ennesima scissione da FI. In effetti ha ragione Berlusconi quando dice che quelle scissioni non hanno mai avuto fortuna. Oltretutto sulla stessa linea politica di FI: essere la forza complementare a Salvini con l’obiettivo di sostituire i 5 Stelle al Governo.

Ma il centrodestra non c’è più. Oggi c’è solo la destra-destra. #Berlusconi è sempre stato un leader inclusivo. Capace di tenere insieme la Lega di Bossi e la destra di Fini. #Salvini è un leader divisivo. O con me o contro di me.

Bisogna ricostruire la casa degli italiani che adempiono ai loro doveri e non vivono rivendicando diritti. Gli italiani che vogliono uno Stato leggero, efficiente, in grado di ridurre il proprio debito per non gravare sulle future generazioni. Che sanno che il deficit pubblico non produce crescita ma povertà. Che non aspettano lo Stato per risolvere i loro problemi, che vogliono costruire il benessere delle loro famiglie con il lavoro, non con le pensioni, e gli incentivi.

Gli imprenditori che vogliono investire e crescere sperando che lo Stato si tolga di mezzo. La casa delle comunità e dei corpi intermedi, del volontariato e della solidarietà.

Dobbiamo costruire una nuova offerta politica liberale e popolare, con forti radici giudaico cristiane, per fare riforme radicali, iniziando dal Sud. Per far tornare l’Italia grande e decisiva in #Europa. Una forza non moderata ma radicale. Il gradualismo e la moderazione dei governi di centrosinistra e di centrodestra hanno generato la rabbia che oggi alimenta i populisti!

A questo deve servire una assemblea costituente. Per costruire una forza politica che non abbia l’ambizione di essere guidata da Salvini, bensì quella di tornare ad essere la prima forza politica in Italia. Sarebbe molto bello se FI accettasse una discussione aperta su queste prospettive. Senza parlare di alleanze prima di aver definito la propria identità.