L’arroganza del potere e la romanticizzazione della precarietà

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Sì è presentato davanti al giudice come un semplice #rider che faceva qualche consegna di tanto in tanto, ma conosceva colleghi che guadagnavano anche 4000€ al mese. L’ennesima storiella del rider felice e soddisfatto della propria condizione. Ma la realtà era un’altra.
A testimoniare in tribunale a favore di #Deliveroo non era infatti un fattorino, bensì un ex manager della stessa azienda, oggi imprenditore di una società di consegne che vanta Deliveroo tra i propri clienti. Una vicenda surreale, che si fa fatica persino ad immaginare.
Da tempo le piattaforme di #FoodDelivery cercano di diffondere la leggenda del rider entusiasta, autonomo e imprenditore di se stesso, per ripulire la propria immagine agli occhi dell’opinione pubblica. Se prima si potevano avere dei dubbi in merito credo ora la questione sia chiusa.
Sono certo che la giustizia farà il suo corso e mi auguro che il giudice di #Bologna dia ragione alla #Cgil riconoscendo quello del rider come un lavoro subordinato vero e proprio, che va tutelato e pagato a dovere.