#LaScuolaCheVogliamo

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Per celebrare degnamente la ricorrenza della giornata dell’insegnante ho partecipato al convegno “La Scuola che vogliamo” organizzato da Francesco Greco, presidente dell’AND (Associazione Nazionale Docenti), dove ho avuto modo di raccogliere tutte le istanze del mondo della scuola, istanze che conosco benissimo provenendo da quel mondo.

Le riforme degli ultimi venti anni hanno avuto un obiettivo comune: sottrarre soldi al comparto scuola dal bilancio pubblico tagliando tutto il personale possibile sia dagli uffici del MIUR che si é ridotto ad 1/4 di quello che era, sia dalle scuole grazie alla esternalizzazione del servizio di pulizia che ha talmente inciso sull’organico ATA da mettere a repentaglio la stessa apertura delle scuole. A causa del taglio delle ore di diversi insegnamenti tra cui anche quelli di indirizzo delle varie istituzioni scolastiche , mi riferisco a ben 6 ore di economia aziendale presso gli istituti tecnici commerciali, un’ora di matematica al liceo scientifico, 1 ora di geografia nei licei, i tagli alle ore di storia e storia dell’Arte a programmi invariati, così come l’istituzione di rete di scuole che é servita per tagliare il personale degli uffici di segreteria l’offerta formativa delle scuole statali si é ridotta sia qualitativamente che quantitativamente in modo considerevole, rendendo più difficile l’inclusione . In realtà l’autonomia scolastica non è stata un’operazione meritoria per dare spazio alla libertà di insegnamento e legare le scuole al territorio , si é tradotta soprattutto dopo la legge cosiddetta della “buona Scuola”, in una operazione che ha trasformato le scuole in tanti feudi dove la collegialità e la partecipazione sono un pallido ricordo.

Cosa possiamo fare noi legislatori? Io credo di aver avviato dei passi importanti: un disegno di legge per cancellare l’abominio della chiamata diretta e degli ambiti territoriali, un altro per riformare l’Alternanza, il Dlgs 66/17 e per introdurre dei reclami stragiudiziali per porre rimedio ad eventuali abusi nell’attribuzione dei docenti alle classi. Ma non basta! Il ministro ha annunciato l’abolizione del Bonus di Merito, e io aggiungerei la riforma delle prerogative degli organi collegiali e di quelle dei dirigenti scolastici. Una governance diffusa e collegiale per le scuole.

Quali sono le priorità del sistema di istruzione? Misure semplici ma onerose, ormai non più differibili: stipendio adeguato al costo della vita di tutti i lavoratori della scuola; autorizzare le assunzioni necessarie a coprire tutti i posti effettivamente vacanti e disponibili; riduzione del numero degli alunni per classe, procedure di reclutamento sistematiche, trasparenti, correttamente selettive. Se vogliamo una scuola di qualità queste sono le semplici misure da cui partire .

Bianca Laura Granato