Latte: Cia Roma, no ad allungamento “shelf life”

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A seguito della proposta fatta dall’ Azienda Granarolo al Ministro dell’Agricoltura Centinaio per l’allungamento dei giorni di durata del latte fresco (Shelf-Life), la Cia-Agricoltori Italiani di Roma intende dissentire alla richiesta.

In particolare, fra le motivazioni, l’eventuale allungamento delle tempistiche, dai cinque giorni dall’imbottigliatura a quasi il doppio dei giorni, andrebbe a mettere a rischio la sopravvivenza delle aziende laziali che, del latte fresco di alta qualità, hanno fatto il loro punto di forza. Contrariamente a quanto riportato sull’etichetta, infatti, il latte non risulterebbe più fresco. A nostro avviso, si tratterebbe di un’utopia scadente e di una messa a repentaglio non solo del prodotto, ma della percezione stessa dei concetti di freschezza e di qualità.

Allungare i tempi si tradurrebbe, inoltre, in un minor guadagno da parte delle aziende che, costrette ad una produzione a rilento, per così dire, dettata dai tempi di scadenza maggiori, si troverebbero costrette ad un dimezzamento degli incassi. In sostanza, la decisione dell’azienda Granarolo dovrebbe tener conto di molti aspetti in riferimento alla questione. Pensiamo, ad esempio, ai ritmi di produzione del latte, ormai adattati ad un certo tipo di mercato: se aumentano i giorni di consumo di un prodotto da parte del consumatore e, però, le aziende continuano, ormai coerenti con un certo modello, a produrre la quantità di prodotto attuale, cosa se ne fa del latte in surplus? Non aumenterebbe anche lo spreco?

Questi sono i punti su cui pensiamo si debba riflettere e, insieme, i nodi nevralgici di questa scelta, al momento, davvero bizzarra, per una serie di condizioni, prima fra tutte la sua non contestualizzazione.