Lavoratori agricoli esclusi dal bonus di aprile?

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© Marco Merlini / Cgil Firenze 11 luglio 2016 Un anno fa, un giovane operaio edile è morto sul lavoro, stroncato dal caldo in un cantiere di Firenze. Da allora la Fillea Cgil, gli Rlst (rappresentanti territoriali dei lavoratori per la sicurezza) e gli altri sindacati hanno iniziato un'intensa mobilitazione, che ha coinvolto gli ordini professionali, le istituzioni e le ditte impegnate nei cantieri della città. Questa lunga battaglia ha portato, all'inizio di luglio, all'emanazione da parte della Asl Toscana Centro di una serie di dettagliate linee guida per salvaguardare la salute dei lavoratori nelle giornate particolarmente afose. Si tratta di una sequenza di semplici accorgimenti, ma rappresentano tuttora l'esperienza più avanzata a livello nazionale su un fronte troppo spesso sottovalutato, e possono salvare la vita di molti operai. Nella foto il cantiere “Regione” - Linea 2 Tramvia Firenze (Pausa programmata)

Lavoratori agricoli esclusi dal bonus di aprile? Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell’Umbria lanciano l’allarme: sarebbe dramma sociale
Appello ai parlamentari umbri: “Intervengano per evitare una simile ingiustizia”

“Da quello che sta emergendo dalle varie bozze del decreto di aprile/maggio che il governo intende varare per rafforzare le misure a salvaguardia dei lavoratori, delle famiglie e degli autonomi, sono scomparsi tra i beneficiari dei bonus gli addetti di un intero settore strategico per il nostro Paese: le lavoratrici e i lavoratori agricoli. Riteniamo questa esclusione una vera e propria discriminazione tra cittadini, una violazione di quella giustizia sostanziale, che oggi più che mai andrebbe assicurata per far si che chi versa nelle stese condizioni abbia la stessa tutela e la stessa salvaguardia”. Lo scrivono in una nota Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell’Umbria.

“Non ci sarebbe alcuna giustificazione sostenibile ad una simile esclusione, per di più in assenza, con riguardo agli altri beneficiari, di qualsivoglia requisito reddituale o patrimoniale del singolo richiedente e/o del suo nucleo familiare – osservano i sindacati – La conseguenza, nella malaugurata ipotesi in cui venisse data concretezza a questo disegno, sarebbe che a fruire di questa fondamentale misura di sostegno ci saranno persone che non ne hanno un reale ed impellente bisogno, mentre ne resteranno esclusi tout court i lavoratori agricoli, compresa anche tutta la filiera agrituristica pesantemente falcidiata dal lockdown”.

I sindacati umbri sottolineano come una simile “immotivata” esclusione potrebbe avere conseguenze molto negative sul piano sociale: “Siamo concretamente preoccupati della situazione – affermano – le numerose chiamate che arrivano ai nostri uffici ci raccontano di gente che non sta lavorando, con famiglie a carico e la cui prima reazione è quella di chiedersi perché a marzo sì e ad aprile no. I problemi non sono scomparsi al 31 marzo, anzi, si stanno sempre più aggravando e sarebbe al quanto sconveniente per un povero bracciante agricolo acquisire la consapevolezza che – al contrario del suo datore di lavoro, coltivatore diretto, cui spetterebbe il bonus, forse anche maggiorato rispetto a marzo -per lui non c’è più diritto all’indennizzo da parte dello Stato”.

“Abbiamo rivolto un accorato appello anche alle nostre rappresentanze parlamentari umbre, confidando nella condivisione di questi argomenti e in un fattivo intervento sui testi di legge per evitare una simile sperequazione a esclusivo danno dei più deboli all’interno del settore dell’agricoltura, e nello specifico quella umbra che ad oggi per le colture specifiche di certo non è in piena attività lavorativa”, concludono Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil.